
È legittimo il divieto imposto dal Consiglio comunale di Cagliari di incatenare le biciclette a infrastrutture pubbliche non destinate alla sosta, come arredi urbani, recinzioni di monumenti o portici.
Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, che con una sentenza ha respinto l’appello presentato dalla Fiab Cagliari, confermando quanto già deciso dal Tar Sardegna.
Il provvedimento, contenuto nel Regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana, mira – spiegano i giudici – non a modificare le aree in cui è vietata la sosta delle bici, ma a tutelare il decoro urbano e la fruibilità degli spazi pubblici, in particolare marciapiedi, piazze e parchi. Chi non rispetta il divieto rischia sanzioni da 100 a 300 euro.
Il Consiglio di Stato ha inoltre chiarito che la disposizione non viola le norme del Codice della strada e non comporta alcuna disparità di trattamento tra ciclisti e automobilisti. «La disparità – si legge nella sentenza – è configurabile solo a fronte di perfetta identità delle situazioni messe a confronto, che qui non ricorre».
Respinta anche l’argomentazione relativa ai monopattini: secondo i giudici non è stata dimostrata una condizione di trattamento diverso o discriminatorio
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