INTEGRAZIONE

A Cagliari il convegno “L’accoglienza comincia dallo sguardo. L’immigrazione oltre le polemiche” Numeri veri, storie autentiche e uno sguardo oltre i pregiudizi: MEIC e Caritas organizzano venerdì 3 ottobre un incontro per raccontare chi sono davvero gli immigrati che vivono nel nostro territorio

(foto www.avvenire.it)

 Parlare di immigrazione senza cedere alla retorica né alla paura. È questo l’obiettivo del convegno “L’accoglienza comincia dallo sguardo – L’immigrazione oltre le polemiche”, in programma venerdì 3 ottobre alle ore 17 presso l’Asilo della Marina, a Cagliari. L’iniziativa è promossa dal MEIC di Cagliari, in collaborazione con la Caritas diocesana, e vuole offrire uno sguardo più autentico su un tema spesso raccontato in modo distorto.

Tra gli ospiti, il sociologo Maurizio Ambrosini, docente all’Università di Milano e vicepresidente nazionale del MEIC, intervenuto a Radio Kalaritana, che terrà la relazione principale dell’incontro. «L’immigrazione in Italia – spiega Ambrosini – cresce lentamente, eppure viene percepita come un’invasione. In dieci anni è aumentata solo del 13%, pari a poco più dell’1% all’anno. Ma la narrazione pubblica parla d’altro»

Immigrazione: tra realtà e percezione

Secondo Ambrosini, a incidere sul dibattito sono spesso numeri travisati e immagini fuorvianti. «Solo il 10% degli immigrati in Italia è costituito da rifugiati o richiedenti asilo. La maggior parte sono donne, europei, e provengono da Paesi di tradizione cristiana. Ma vengono percepiti come ‘immigrati’ solo se poveri o vulnerabili»

Cambiare sguardo, dunque, non è solo una questione di sensibilità: è una scelta politica e culturale. «Se li vediamo come una minaccia – continua il sociologo – risponderemo con diffidenza e chiusura. Ma se li consideriamo risorse, per l’economia e per la società, allora possiamo costruire ponti invece di muri»

I numeri della Sardegna

Anche in Sardegna il fenomeno migratorio è ben lontano dalle emergenze narrate. A ricordarlo è Mario Girau, presidente del MEIC Cagliari, ospite a Radio Kalaritana. «Gli immigrati nell’Isola sono circa 52.000, con un incremento minimo rispetto al 2023: poco più di 1.500 persone in più. Non si tratta certo di un’invasione». La maggior parte ha un’età compresa tra i 35 e i 49 anni, e oltre il 40% è rappresentato da donne. La fascia tra i 15 e i 29 anni è invece la più giovane e vede una prevalenza maschile.  «Sono persone in età lavorativa – sottolinea Girau – che vengono qui per lavorare, non certo per fare turismo»

Le storie dietro ai numeri

Durante il convegno sarà dato spazio anche alle testimonianze dirette. Tre storie per raccontare volti, percorsi e speranze: una dal mondo dell’immigrazione asiatica, una legata all’Europa centrale, in particolare all’Ucraina, una terza incentrata sul progetto ENJOY, che affronta il tema dello sfruttamento sessuale e lavorativo degli immigrati. Quest’ultimo progetto, attivo dal 2003 grazie alla Congregazione delle Figlie della Carità, ha restituito dignità e autonomia a decine di donne vittime di tratta o lavoro forzato.

Immigrazione e futuro: una sfida da governare

Per Ambrosini, l’immigrazione può diventare anche una risposta al declino demografico. «Ma non basta portare persone nelle aree interne se mancano lavoro, servizi, prospettive. Senza condizioni dignitose, anche gli immigrati, come i giovani italiani, se ne vanno»

Anche il lavoro resta un nodo centrale. «Molte donne straniere – aggiunge – lavorano come badanti, ma nei Paesi d’origine erano insegnanti, impiegate, professioniste. Abbiamo il dovere di valorizzare le loro competenze, non solo di usarle per tappare i buchi del nostro welfare»

Un approccio che parte dalla fede

Il MEIC, che affonda le sue radici nel pensiero cattolico e nel dialogo con la cultura, propone una lettura del fenomeno migratorio alla luce del Vangelo e della responsabilità sociale. «La fede – conclude Girau – va calata nella storia concreta delle persone, specialmente quelle più fragili. Questo convegno vuole essere un passo in quella direzione»


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