
Un allevamento
Il Tar della Sardegna, poche ore fa, ha accolto i ricorsi presentati da cinque aziende del Nuorese, difese dagli avvocati Caterina Zoroddu e Valentina Ceron, sospendendo per la prima volta le ordinanze dell’Asl di Nuoro che imponevano l’abbattimento di bovini vaccinati, sani e considerati immunizzati da oltre 28 giorni. Una decisione storica, che blocca la soppressione di 132 capi e segna un precedente importante nella battaglia contro la dermatite nodulare contagiosa.
La vittoria degli allevatori è stata però immediatamente controbilanciata da un’altra ordinanza. Il Consiglio di Stato, infatti, ha respinto il ricorso della Società Agricola Agropower – difesa dall’avvocato Antonello Rossi – confermando l’abbattimento di circa 500 bovini in un allevamento del nord Sardegna dove era stato accertato un focolaio attivo.
Nelle motivazioni, il presidente della sezione Rosanna De Nictolis ha sottolineato come i capi fossero comunque destinati alla macellazione e che i danni economici, non irreparabili, sarebbero coperti dagli indennizzi. Respinta inoltre l’applicazione di deroghe come la vaccinazione soppressiva o la separazione delle unità epidemiologiche, giudicate insufficientemente documentate.
La stessa giustizia amministrativa aveva in passato sospeso gli abbattimenti, ma ora l’urgenza sanitaria e il quadro epidemiologico aggravato hanno portato a una decisione opposta. Due provvedimenti contrastanti nel giro di poche ore mostrano la difficoltà di conciliare rigore sanitario e tutela degli allevatori, mentre la battaglia legale prosegue in un clima di forte tensione.
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