Politica

Agus (Progressisti): «Assestamento? Rispettati i tempi, ma ora il tempo degli annunci è finito» Le parole, ai microfoni di Radio Kalaritana, del consigliere dei Progressisti sulla variazione di bilancio e sul futuro della Giunta Todde

Il consigliere dei Progressisti Francesco Agus | Foto Progressisti

L’approvazione dell’assestamento di bilancio in tempi più stretti rispetto al passato potrebbe favorire l’azione politica della Giunta e di tutto il Consiglio regionale. Soprattutto pensando al dibattito sulla prossima Finanziaria, occasione per la Giunta Todde di imprimere un’accelerazione alla propria agenda come richiesto anche dai partiti che la sostengono in Aula. Sul tema e sui lavori dell’ultima settimana è intervenuto ai microfoni di Radio Kalaritana il consigliere dei Progressisti Francesco Agus.

Tempi diversi

«Negli ultimi dieci anni – ha chiarito Agus – l’assestamento di bilancio arrivava in Consiglio e iniziava il suo iter nel mese di settembre e spesso purtroppo è stato approvato nel mese di novembre, quando ormai la ragioneria della regione è prossima alla chiusura. Quest’anno si è cercato di invertire la tendenza. La discussione in Aula è stata molto fitta e si è ridotta a due giorni, anche grazie alla disposibilità dell’opposizione. Si tratta di una manovra più tecnica che politica, non c’è l’inizio di politiche determinanti per il futuro della Sardegna perché l’attestamento di bilancio spende le risorse nei prossimi 4 mesi e sarebbe stato irrealistico puntare a qualcosa di nuovo». Differente, rispetto agli anni passati, anche la forma di quanto approvato in Aula. «Eravamo abituati negli anni scorsi a vedere finanziarie compilative con elenchi e tabelle sterminate di microposte locali, non tutte da denigrare, ma che hanno rallentato la spesa. Anche per questo oggi la spesa sarà concentrata in macrocapitoli. C’è un tentativo di rimettere in ordine il conto di una regione che era abituata invece a politiche di bilancio molto frastagliate».

Sfide future

L’ordine dei conti conti potrebbe anche favorire un maggiore rispetto dei tempi in ottica della Manovra di fine anno, allontanando così il ripetersi dell’esercizio provvisorio. Un aspetto che potrebbe essere importante per limare ulteriormente l’avanzo di cassa regionale, quantificato in 4 miliardi a fine 2023.

«Per invertire la rotta – ha continuato Agus – è necessario approvare la finanziaria nel mese di dicembre, o al più tardi all’inizio di gennaio. Con una approvazione celere della finanziaria, il monte di 3 miliardi fermo nelle casse regionali, eredità della scorsa legislatura, può ulteriormente essere abbattuto. Questo è l’obiettivo che ci siamo dati: con queste tempistiche sarà possibile discutere la manovra dove contiamo di vedere e di proporre alcune misure strutturali, in particolare per quanto riguarda le politiche del lavoro e le misure anti-spopolamento».

Una discussione da cui però non verrà esclusa una sanità che ha bisogno di risposte chiare. Risposte che potrebbero arrivare partendo dall’analisi del lavoro compiuto in questi mesi e arrivare a quel cambio di passo chiesto dalle forze di maggioranza alla Giunta.

«In questo momento, per voler governare bene, è necessario capire dove si è stati ottimi, sufficienti e dove invece si deve migliorare – ha affermato il consigliere dei Progressisti – Ci sono dei settori che sono più esposti di altri, come la sanità, dove si deve evitare di ricondurre i bisogni primari delle persone a una sfida politica. La situazione è grave ma lo è per il contesto nazionale, per la nostra demografia che ci espone a maggiori problemi rispetto al passato: dobbiamo essere in grado di mettere dei correttivi immediati, il tempo degli annunci è finito. In questi giorni abbiamo ragionato su alcuni problemi, tra cui quello della riabilitazione. In Sardegna, al momento, è quasi impossibile dimettere le persone che hanno esaurito il proprio percorso di cura perché non hanno altro posto dove andare, finendo per rimanere così nelle corsie degli ospedali per diverso tempo. Queste problematiche non si possono rimandare al futuro, così come la situazione dei pronto soccorso o delle cure palliative domiciliari che ancora non ci sono».


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