CONFAGRICOLTURA

Allarme imprese agricole: la legge di Bilancio mette a rischio i crediti d’imposta Confagricoltura Sardegna e Commercialisti di Sassari denunciano il possibile impatto sulle piccole e medie aziende

(foto https://www.autorivari.com)

La prossima legge di Bilancio, approdata nelle ultime settimane in Parlamento per la discussione, potrebbe provocare notevoli scossoni nella gestione dei crediti d’imposta delle imprese, comprese quelle del comparto agricolo. Al centro del dibattito c’è l’articolo 26 della bozza del documento finanziario, che estenderebbe, a partire dall’1 luglio 2026, il divieto di compensazione dei crediti agevolativi con i debiti relativi a contributi previdenziali e premi INAIL. Attualmente, la restrizione riguarda solo banche, altri intermediari finanziari e i cosiddetti bonus edilizi.

In particolare, il comma 2 limiterebbe la possibilità di utilizzare, si legge nella proposta di riforma normativa, “la compensazione orizzontale (“esterna”), ovvero tra imposte di natura diversa, per i contribuenti che abbiano iscrizioni a ruolo per imposte erariali su importi superiori a 50mila euro”, mentre oggi il tetto è fissato a 100mila euro.

Se la proposta dovesse essere approvata – ha spiegato il presidente di Confagricoltura Sardegna, Stefano Taras – “le imprese agricole sarde, rappresentate soprattutto da piccole e medio-piccole realtà, pagherebbero un prezzo altissimo che andrebbe a incidere in modo preoccupante sulla gestione della liquidità nel già delicato tessuto produttivo primario della nostra Isola. Un comparto su cui grava ancora pesantemente il gap produttivo e di concorrenza con il resto dell’Ue, legato ai costi dei trasporti dovuti all’insularità, in entrata delle materie prime e in uscita dei lavorati, e accresciuti in questi ultimi anni da aumenti a due cifre per le traversate marittime, che Commissione europea e Governo non hanno calmierato con interventi di compensazione. Un quadro – ha proseguito Taras – su cui sarebbe necessario operare con estrema attenzione attraverso strumenti che possano favorire gli investimenti e di conseguenza la sopravvivenza di realtà produttive capaci di dare da vivere a decine di migliaia di famiglie. Ecco perché chiediamo al Governo e ai parlamentari sardi, di maggioranza e opposizione, un intervento rapido affinché sia subito ritirata questa modifica fiscale, che avrebbe il solo effetto di affossare ulteriormente una regione già fragile e dalle troppe criticità da superare”.”

Le preoccupazioni di Confagricoltura Sardegna trovano conferma anche nell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Sassari, secondo cui ostacolare la compensazione dei crediti già maturati in buona fede rischia di bloccare gli investimenti e soffocare l’economia reale. “Confermo le preoccupazioni evidenziate dal presidente Taras. Preoccupazioni facilmente mutuabili anche agli altri settori economici”, ha dichiarato il presidente dell’Ordine, Marco Scanu. “Il principio fondamentale è che la compensazione è uno strumento fisiologico a sostegno dell’equilibrio finanziario connesso all’investimento effettuato. Ostacolarlo in corso d’opera (si chiude per esempio il prossimo dicembre la campagna 2025 della ZES, 5.0 e 4.0) lede il principio di buona fede tra lo Stato e l’imprenditore che ha effettuato l’investimento, destinato alla crescita, pensando di poter compensare il credito fiscale con tributi erariali e contributi previdenziali. Serve quindi una revisione immediata del testo giunto in Parlamento salvaguardando l’utilizzabilità dei crediti d’imposta a oggi maturati in buona fede, evitando che il presunto contrasto alle frodi non diventi generalizzato, soffocando quindi l’economia reale”.


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