Un nuovo anno tra attese, speranze e preoccupazioni

Il 2022 si apre con l’appuntamento dell’elezione del Capo dello Stato

«L’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va» cantava Lucio Dalla, nel 1979.

Un nuovo anno, inevitabilmente, porta con sé attese e speranze, insieme a preoccupazioni e nodi da sciogliere. 

Per orientarsi nell’anno appena iniziato è utile riprendere alcune riflessioni del presidente Mattarella e di papa Francesco.

Nel suo discorso di fine anno Sergio Mattarella ha rilevato il protrarsi di una stagione ancora segnata dalla pandemia, che «ha inferto ferite profonde: sociali, economiche, morali».

Eppure, ha sottolineato il Presidente, «ci siamo rialzati. Grazie al comportamento responsabile degli italiani […] ci siamo avviati sulla strada della ripartenza; con politiche di sostegno a chi era stato colpito dalla frenata dell’economia e della società e grazie al quadro di fiducia suscitato dai nuovi strumenti europei».

Secondo Mattarella la chiave per realizzare una ripresa reale del nostro Paese sta «nell’aspirazione diffusa degli italiani a essere una vera comunità, con un senso di solidarietà che precede, e affianca, le molteplici differenze di idee e di interessi».

Tutto ciò si manifesta, ha mostrato il Capo dello Stato, «nel legame, essenziale in democrazia, tra istituzioni e società. […] L’unità istituzionale e unità morale sono le due espressioni di quel che ci tiene insieme».

Si tratta di vivere ciò che papa Francesco ha più volte definito la «cultura dell’incontro», radicalmente opposta a quella dello «scarto» e dell’indifferenza verso gli altri. 

In questa prospettiva risalta il contributo originale che i cristiani offrono al bene comune, come ha richiamato il Pontefice nella sua omelia in occasione del «Te Deum» di fine anno: «La scelta della responsabilità solidale […] viene da Gesù Cristo, che ha impresso una volta per sempre nella nostra storia la “rotta” della sua vocazione originaria: essere tutti sorelle e fratelli, figli dell’unico Padre».

Nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace il Santo Padre ha ricordato che esiste «una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona, […] a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente».

Papa Francesco nel Messaggio ha indicato tre vie per attuare un vero patto sociale: «Il dialogo tra le generazioni, quale base per la realizzazione di progetti condivisi. In secondo luogo, l’educazione, come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo. Infine, il lavoro per una piena realizzazione della dignità umana». 

Un nuovo anno tra attese, speranze e preoccupazioni.

Iniziando a percorrere i sentieri del nuovo anno si può trovare ispirazione nelle parole di Pietro Carmina, l’insegnante che ha perso la vita nel crollo di una palazzina a Ravanusa (Agrigento). 

È un pensiero rivolto ai giovani, che Mattarella ha voluto condividere nel discorso di fine anno: «Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare».

Se nel 2022 riusciremo a tradurre qualcosa di queste parole in scelte concrete avremo certamente vissuto al meglio il nostro tempo.

Roberto Piredda


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