Tra i progetti promossi dalla Cooperativa il Sicomoro, da oltre vent’anni impegnata nell’accoglienza dei migranti, c’è “Straccu Barattu” finalizzato all’inclusione socio-lavorativa di giovani migranti con background migratorio, che prenderà il via con le attività formative il prossimo mese di marzo.
«Si tratta di un progetto di “Slow fashion” – spiega la presidente della Cooperativa Stefania Russo –, sostenuto dalla Regione, che permetterà ai giovani destinatari, grazie a tirocini lavorativi, di acquisire una certificazione in ambito sartoriale, in vista di un reale inserimento lavorativo. Allo stesso tempo, come in tutti gli altri nostri progetti, c’è una finalità comunicativa: esso intende comunicare che l’integrazione e la possibilità di un futuro diverso per questi giovani è possibile».
L’inclusione socio-lavorativa dei migranti è una delle attenzioni portate avanti dalla Cooperativa, «necessaria per fornire ai destinatari quelle competenze e condizioni indispensabili per potersi inserire realmente nella società, una volta terminati i percorsi di accoglienza. Si tratta di riconoscere queste persone come una risorsa, cercare di accompagnare il loro progetto di vita».
La Cooperativa è impegnata anche nella prima e seconda accoglienza attraverso i CAS (Centri di accoglienza straordinaria) e il SAI (Sistema di accoglienza e integrazione), e in quella di minori stranieri non accompagnati. Tra i progetti, anche “Il mondo in comune”: «Si tratta di un progetto realizzato nell’ambito del nostro SAI attivato nel territorio del Marghine – continua la presidente – con cui abbiamo fotografato le famiglie accolte. Il tutto grazie alla partecipazione dei comuni coinvolti: da qui il titolo, un gioco di parole che richiama la rete delle varie realtà partecipanti, tutte unite nell’integrazione».
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