Carcere

41 bis in Sardegna, ripresi i lavori all’interno del Carcere di Uta La denuncia dell'associazione Socialismo Diritti Riforme: "Aumenta il numero di detenuti ad alta pericolosità, ma restano gravi carenze a tutti i livelli"

Il padiglione destinato ai detenuti sottoposti al regime del 41 bis all’interno del Penitenziario di Cagliari-Uta sarà presto completato. A segnalarlo è Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, che lancia l’allarme sull’aumento della presenza di detenuti ad alta pericolosità in Sardegna e sulle criticità ancora irrisolte all’interno del sistema carcerario regionale. Guardando soprattutto al contrasto tra gli allarmi lanciati sulla carenza di personale nelle carceri e l’aumento di detenuti che scontano pene relative al sistema di massima sicurezza.

Accelerazione dei lavori nel carcere di Cagliari-Uta

«Un’improvvisa e per certi versi inattesa accelerazione – si legge nel comunicato apparso sui canali dell’associazione Socialismo Diritti Riforme – nel completamento del padiglione del Villaggio Penitenziario di Cagliari-Uta apre scenari nuovi per la gestione della detenzione in regime di 41 bis in Sardegna. Dopo un lungo periodo di stasi, i lavori sono ripresi a ritmo serrato, tanto da far ipotizzare che entro la fine dell’anno – presumibilmente a novembre – saranno trasferiti in Sardegna, a scaglioni, altri 92 detenuti sottoposti al regime di massima sicurezza».

Una previsione rafforzata, secondo Caligaris, dalla visita al carcere di Uta dei rappresentanti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap). Antonio Bianco, responsabile della Direzione Generale per la Gestione dei Beni, dei Servizi e degli Interventi in materia di Edilizia Penitenziaria, Ernesto Napolillo, della Direzione Generale Detenuti e Trattamento.

Strutture incomplete e carenza di personale

Per il completamento del reparto erano ancora necessaria una predisposizione completa degli spazi, tra cui un’infermeria, un’area per gli agenti del gruppo operativo mobile e per il reparto specializzato della Polizia penitenziaria. La visita, secondo la ricostruzione, certificherebbe però i chiari disegni del Ministero della Giustizia guidato dal ministro Nordio oltre che lo stato avanzato dei lavori.

«La visita dei dirigenti del Dap – conclude la presidente dell’associazione – è un segnale inequivocabile del disegno del Ministero della Giustizia di ampliare in Sardegna il numero dei detenuti dell’alta sicurezza, già attualmente piuttosto consistente». I detenuti in regime di 41 bis, già presente nel carcere sassarese di Bancali, tenendo conto dei nuovi arrivi potranno arrivare a un numero complessivo di 180 denuncia SDR. Numeri che secondo l’associazione contrastano con la carenza di personale a tutti i livelli nei penitenziari isolani, più volte sottolineata anche dalle realtà sindacali.


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