
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante un precedente incontro | Foto Facebook / Palazzo Chigi – Presidenza del Consiglio dei Ministri
Le 18 italiane, le 12 statunitensi stando al fuso orario con Washington. Questo l’orario dell’incontro annunciato da tempo tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il tavolo, a cui Palazzo Chigi lavorava da tempo, ha trovato uno spazio per la giornata di oggi in una fase di tensione, ma di stallo, del rapporto tra USA e Europa.
Incontro
Meloni proverà a sfruttare la propria affinità politica e personale con il presidente statunitense, protagonista sin dall’inizio del suo secondo mandato alla Casa Bianca di decisioni repentine e contrarie rispetto alla dottrina USA del passato. La presidente del Consiglio è la prima leader europea a incontrare Trump dopo l’annuncio dell’imposizione di ulteriori dazi del 20% – dopo quelli su acciaio, alluminio e automotive del 25% – dello scorso 2 aprile che hanno aperto a una vera e propria crisi diplomatica, oltre che commerciale, con Bruxelles. Anche per questo il meeting ha un peso politico rilevante, confermato dagli attestati di stima della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, con cui i colloqui telefonici della presidente del Consiglio sono proseguiti fino alle ultime ore.
Obiettivi
Oltre a parlare del caso italiano, con le preoccupazione dei settori produttivi votati all’export del Paese che si è fatta crescente negli ultimi giorni, le ultime ricostruzioni parlano di una possibile mediazione per un incontro tra Trump e von der Leyen. La pausa di 90 giorni sui dazi annunciata da Donald Trump potrebbe aver aperto uno spiraglio di dialogo, nonostante la mancata risposta positiva alla prima proposta della Commissione su zero daci reciproci. La palla passa ora alla presidente del Consiglio, che dai risultati a Washington potrebbe anche ottenere un vantaggio sul fronte interno guardando alle pressioni interne alla sua maggioranza, ma soprattutto all’opposizione, più che dubbiosa su una visita che potrebbe portare – secondo le differenti forze – a nuove promesse su acquisto di armi e gas liquefatto.
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