
Il giovane Roberto Pittau e l’imprenditore Amedeo Usai
Da un lato un giovane ventenne, dall’altro un imprenditore navigato sulla cinquantina. Le strade dei due si sono incontrate e il beneficio per entrambi è stato grande. Inizia così la storia di Roberto Pittau, 20 anni lo scorso marzo, e di Amedeo Usai, 52 anni, titolare della «Tir Trasporti di Villacidro».
Il racconto
Amedeo inizia così il racconto. «Roberto – dice – è il figlio del manutentore che assicura il decoro esterno dell’azienda. Un giorno un amico lo ha portato con sé e me lo ha presentato per far gli fare qualche ora di lavoro in azienda. La volontà di questo ragazzo era tanta, al punto che per i tre mesi estivi ha lavorato per noi. Prima della ripresa delle lezioni all’istituto alberghiero mi ha comunicato la decisione di non continuare a frequentare la scuola perché aveva voglia di lavorare. Nonostante i miei solleciti per proseguire gli studi Roberto lascia la scuola e si dedica anima a corpo al lavoro con buoni risultati, perché i colleghi più anziani notano la facilità con la quale apprende l’iter delle attività da svolgere in magazzino». Così Roberto si inserisce rapidamente nelle dinamiche aziendali, ricevendo il plauso dei colleghi e anche di Amedeo. Un’impresa dove il welfare aziendale è assicurato, i rapporti tra colleghi sono buoni e non mancano incentivi per chi è capace. «Alcuni mesi fa – riprende Amedeo – ricevo la comunicazione di dimissioni della responsabile alla logistica: due settimane di preavviso come prevede la legge. Una notizia che preoccupa, non è facile trovare chi in 15 giorni possa farsi carico di un compito così delicato per un’azienda di trasporti. Si offre Roberto operativo in magazzino. La prima settimana si affianca alla collega dimissionaria, la seconda avrei fatto io da tutor, ma già nella prima settimana di lavoro il giovane ha acquisito modalità operative e non è stato necessario l’affiancamento. Nei primi giorni di gestione logistica da parte di Roberto ho ricevuto messaggi da parte di clienti che si complimentavano per come si erano rapportati con il nuovo responsabile». Un’ulteriore conferma che investire sui giovani può dare frutti: si tratta di offrire loro opportunità per mettere in mostra i propri talenti. Nel caso di Roberto e Amedeo l’incontro tra domanda e offerta ha generato una buona prassi, merce rara in tempi di «sdraiati», etichetta affibbiata ai giovani da Michele Serra in un suo romanzo, e di imprenditori voraci e senza scrupoli, il cui unico fine è solo il business. La loro storia mostra che accanto a giovani capaci e imprenditori che valorizzano il capitale umano è possibile generare economia, salvaguardando il valore della persona e quello dell’azienda.
Roberto Comparetti (Articolo apparso su Kalaritana Avvenire del 4 maggio)
Scopri di più da Kalaritana Media
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.