
Il tribunale di Cagliari (foto Ansa)
Prosegue sino al 7 maggio l’astensione dalle udienze penali proclamata dall’Unione delle Camere Penali Italiane per protestare contro il cosiddetto «Pacchetto sicurezza». Anche Cagliari aderisce alla mobilitazione, con un presidio davanti al Palazzo di Giustizia e un dibattito pubblico nella biblioteca del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati «Aldo Marongiu».
Secondo Franco Villa, presidente della Camera Penale di Cagliari, il decreto «lede i diritti e le garanzie dei cittadini», promuovendo una visione repressiva e carcerocentrica dei problemi sociali. «Siamo davanti a un’incontinenza securitaria – afferma – che considera il carcere l’unica risposta alla marginalità».
L’allarme riguarda anche la drammatica situazione degli istituti penitenziari: nel 2024 si sono già registrati 27 suicidi nelle carceri italiane. A Uta, il principale carcere della Sardegna, i detenuti sono 702 a fronte di 561 posti disponibili.
Le richieste dei penalisti sono chiare: non convertire in legge un decreto ritenuto sbagliato e pericoloso per lo stato di diritto.
Anche l’associazione Socialismo Diritti e Riforme si unisce alla protesta. «Moltiplicare i reati peggiorerà la situazione nelle carceri – sottolinea la presidente Maria Grazia Caligaris –. Il governo non si occupa delle fragilità sociali, ma punta solo alla repressione».
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