L'impegno

Leone XIV, l’impegno per la dottrina sociale Il commento, sull'ultimo Kalaritana Avvenire, del direttore della Pastorale sociale e del lavoro diocesana Ignazio Boi

Le attese del mondo del lavoro, unite a trepidazione e, confessiamolo, da qualche timore in vista dell’elezione del successore di Pietro dopo Francesco, hanno ottenuto provvidenziale risposta nel momento in cui è stato annunciato il nome scelto dal cardinale Prevost appena eletto pontefice: Leone XIV.

Cuore e mente sono corsi all’omonimo predecessore Leone XIII, autore della prima enciclica sociale della storia della Chiesa, la Rerum Novarum, in un periodo storico non propriamente favorevole. Da un lato la seconda rivoluzione industriale, caratterizzata da mutamenti tali da modificare l’assetto stesso della società, peraltro non dappertutto della stessa portata, dall’altro il movimento cattolico diviso in correnti circa l’atteggiamento nei confronti del capitalismo, posizioni nettamente diverse tra socialismo, ateismo marxista e sostenitori del progresso. La risposta coraggiosa di Leone XIII fu la definizione di una dottrina sociale propria della Chiesa, con una forte attenzione forte alle condizioni e ai diritti dei lavoratori, una netta condanna dell’usura, dello sfruttamento e della concentrazione dell’economia nelle mani di pochi, con conseguente aumento della povertà. Temi richiamati con forza dal magistero di Francesco e ora raccolti in preziosa eredità da Leone XIV.

Il nuovo pontefice, infatti, nel suo primo discorso ai cardinali dopo il Conclave, rinnovando la piena adesione al Concilio Vaticano II, ha richiamato alcune istanze fondamentali contenute in particolare, nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco: il ritorno al primato di Cristo nell’annuncio, la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana, la crescita nella collegialità e nella sinodalità, l’attenzione al «sensus fidei», la cura amorevole degli ultimi, degli scartati, il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà. In quest’ottica, sentendosi «chiamato a proseguire in questa scia – ha detto il Papa – ho pensato di prendere il nome di Leone XIV. Diverse sono le ragioni, però principalmete perché Leone XIII, con la storica enciclica Rerum Novarum affrontò la questione sociale (…) e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa del la dignità umana, della giustizia e del lavoro».

La pastorale sociale e del lavoro non può che sentirsi confortata dal nuovo Pastore, ma al tempo stesso provocata ed esortata ad un rinnovato impegno per la promozione della dottrina sociale della Chiesa e una coraggiosa azione di tutela dei lavoratori, di quanti un lavoro non lo hanno, l’hanno perduto o gli è stato negato, delle categorie più fragili a rischio in una società sempre più incantata da prestigio e denaro.

Ignazio Boi – direttore Pastorale sociale e del lavoro diocesana (articolo apparso su Kalaritana Avvenire del 18 maggio)


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