
Da un lato lo sguardo su quella che è diventata un’emergenza, dall’altra la necessità di un intervento per offrire ascolto, supporto e nuovi orizzonti ai giovani che oggi vivono situazioni di disagio. Luca Pisano, psicologo, psicoterapeuta, direttore scientifico del Master in Criminologia Clinica e Psicologia Giuridica e direttore dell’Osservatorio Cybercrime Sardegna, è intervenuto ai microfoni di Radio Kalaritana per parlare delle problematiche legate ai minori, più volte protagonisti di episodi di cronaca sul piano regionale e nazionale.
Mondo degli adulti e scuola
«Partiamo da un problema fondamentale – ha spiegato Pisano – i genitori oggi tendono ad “adultizzare” i propri figli preadolesceni e adolescenti, lascianoli liberi di girare per la città dal pomeriggio fino a tarda notte. Sotto questo profilo bisognerebbe rendersi conto che è necessario, da parte dei genitori, un intervento sicuramente più fermo». A questo si aggiunge un altro nodo cruciale, quello della scuola. «Si dovrebbe poi riflettere – ha continuato – sul fatto che la dispersione scolastica in Sardegna è al 17%, significa che un ragazzino ogni 5 non va più a scuola o frequenta saltuariamente la scuola. Quindi è necessario che la famiglia trasmetta ai ragazzi un messaggio importante, cioè che la scuola è necessaria per la propria formazione psicologica, emotiva e poi anche professionale.Teniamo presente che in altri paesi del mondo, come per esempio la Corea, il Giappone o la Cina, la dispersione scolastica raggiunge l’1 o massimo il 5%, perché non mandare i figlia a scuola è un disonore».
L’intervento di Cagliari
In questa situazione i Comuni, compreso quello di Cagliari hanno provato a organizzarsi per porre un freno all’emergenza e soprattutto offrire ascolto ai ragazzi e alle ragazze più giovani.
«Qui a Cagliari abbiamo il gruppo degli psicologi, operatori di strada che intercettano i ragazzi, parlano con loro, promuovono delle attività di animazione sociale, che vanno dallo sport al ballo, ma si affiancano anche per ascoltare, sostenere e lavorare nella logica della riduzione del danno. Perché uno dei massimi problemi che si riscontrano, lo vediamo anche dalla cronaca, dei ragazzi che assumono alcool in quantità piuttosto elevate e anche altre droghe. L’avvicinamento ai giovani è molto importante, però serve l’aiuto anche dalle famiglie».
Proprio la famiglia è uno degli aspetti messi più in luce dai giovani che si rifugiano anche in alcool e droghe. «I motivi dell’estraniamento dei giovani? Intanto la crisi della famiglia. Sono giovani che ci raccontano di situazioni di importante sofferenza familiare: genitori assenti, con importanti problematiche economiche, sociali, culturali, legali. E poi l’altro aspetto che noi riscontriamo è il deficit di sport: bisogna rendersi conto che tutte le attività sportive sono a pagamento, questo è un primo problema. E poi, una volta che si è adolescenti, se non sei bravo non vieni neanche più selezionato per alcuni sport di squadra. Va ripensato anche lo sport in modo tale che sia a misura di tutti i giovani e offrire loro delle occasioni di socializzazione che siano sicuramente più funzionali e più divertenti rispetto all’alcool e droghe».
La dimensione spirituale
Sulle possibilità di contrasto a quanto accade, secondo Pisano, rientra anche un ruolo della Chiesa. «Serve anche l’intervento della Chiesa. A oggi c’è anche una gravissima carenza sulla dimensione spirituale, un ragazzo non ha soltanto un corpo e una mente, c’è anche una dimissione spirituale. In Oriente, per esempio, c’è una maggiore attenzione su questo aspetto. Invece in Sardegna, nel territorio nazionale, troppe famiglie non prendono più di vista quella che è la formazione spirituale del proprio figlio. La religione, invece, può aiutare molto, perché il contatto con Dio è un contatto anche col tuo mondo interno».
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