
Walter Boi e Andrea Spiga (Foto Comune Quartu)
Un viaggio visivo nel cuore della longevità della Sardegna, attraverso i ritratti di centenari sardi, testimoni viventi della Blue Zone dell’isola. È il senso della mostra “DNA 100 – Ritratti di un tempo che resiste”, promossa dall’Associazione Albasea, col supporto del Comune di Quartu Sant’Elena, che sarà inaugurata domani nella Sala Teche dell’ex Convento dei Cappuccini.
Attraverso la mostra, la fotografa Andrea Spiga, originaria di Quartu, rappresenta l’incontro tra il linguaggio contemporaneo dell’arte e le generazioni che hanno vissuto epoche contrassegnate da ritmi lenti, da una quotidianità legata alla terra, ai legami familiari e alle tradizioni locali. Frutto di un lavoro artistico e documentaristico durato un decennio, si tratta di una vera e propria esplorazione dell’identità sarda, della memoria collettiva e del patrimonio genetico e culturale che contraddistingue questa regione. L’esposizione è un intercalarsi di immagini fotografiche e brevi testi biografici, citazioni dirette dei protagonisti, offrendo uno spaccato autentico e profondo di una Sardegna che resiste, insegna e ispira.
A conferma della rilevanza scientifica e culturale dell’iniziativa sarà la partecipazione, domani all’inaugurazione della mostra, del professor Michel Poulain, demografo belga e teorico e identificatore delle “Blue Zones”, considerato tra i massimi esperti mondiali sul tema della longevità. Il progetto fotografico ‘DNA 100’, iniziato nel 2016 e tutt’ora in corso, è realizzato con sopralluoghi nei paesi dell’entroterra sardo noti per la concentrazione di centenari, quali Seulo, Villagrande Strisaili, Perdasdefogu, ecc. «Il progetto – spiega la fotografa Andrea Spiga – nasce dal desiderio di preservare la memoria e celebrare un patrimonio umano e culturale che rischia di andare perduto. In un mondo che corre, questi volti ci invitano a rallentare e ad ascoltare».
«”DNA 100 – Ritratti di un tempo che resiste’”- aggiunge il curatore Walter Boi – è un omaggio visivo alla resilienza, alla lentezza, alla comunità e al legame profondo con la terra. Una testimonianza potente e poetica che trova casa proprio nel luogo d’origine dell’autrice, rendendo il ritorno a Quartu Sant’Elena ancora più significativo».
Da domani, la mostra resterà aperta al pubblico sino al 15 giugno, visitabile negli orari di apertura della struttura, con ingresso libero.
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