
La Veglia in Cattedrale (Foto C. PIcciau)
Si è tenuta nella serata di oggi, sabato 7 giugno, alla Cattedrale di Cagliari la Veglia di Pentecoste per la pace, presieduta dall’Arcivescovo Monsignor Giuseppe Baturi.
La Veglia
È stato così raccolto l’invito della Cei a celebrare la Veglia di Pentecoste per implorare Dio per un dono di pace piena, capace di sanare le fratture fra gli uomini e le donne del mondo indeboliti dalla guerra.
«Supplichiamo per questo mondo così sofferente – ha affermato l’Arcivescovo durante l’omelia – per tutte le madri di Gaza, dell’Ucraina, del Sudan, del Congo, del Myanmar, perché venga il Signore perché la vera risposta al dolore degli uomini è che venga Dio. Che tutte le ferite siano sanate, che tutti i cuori siano convertiti, perché nel cuore è l’origine di ogni male ma come in ogni cuore può rigenerarsi la pace».
Il cuore è stato al centro dell’omelia dell’Arcivescovo: «L’origine della disgregazione contrapposta all’unità è nel cuore, che può vivere nella carne e nell’idolatria o aprirsi a Dio e all’amore. Chi idolatra sé stesso e i propri interessi non può che essere attore della discordia e delle divisioni e introduce infiniti disordini nella vita con gli altri. Chi accoglie la vita nello spirito tende ad unificare ogni cosa e tutti abbracciare. La gioia di essere amati e salvati – ha ancora affermato Baturi – porta sempre alla pace. Chi vive nella guerra è come se sospettasse di non essere amato. Chi vive la gioia produce sempre un’esperienza di pienezza di vita che risana la fratture».
Gioia che è in Cristo e non nella vana gloria. «Ciascuno non cerchi l’interesse proprio ma anche quello degli altri: qui dobbiamo reimparare a dire la parola amore, che noi traduciamo con ti voglio bene: voglio il tuo bene anche sacrificando il mio. Solo l’amore può aprire i cuori, consolare quanti soffrono offrendo il conforto della grazia e degli uomini. L’amore generi nella Chiesa operatori di pace e generi fraternità».
La Veglia si è conclusa con ancora un invito alla preghiera: «Continuiamo a pregare per la pace dei conflitti di cui leggiamo tra i giornali, ma anche per le altre guerre, più di sessanta, che sono in corso nel mondo, e per quelle situazioni di violenze e di tortura che sono seminate in questo mondo così sofferente», ha affermato l’Arcivescovo prima di impartire la benedizione.
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