MEDSEA, in prima linea per la tutela del Mediterraneo La Fondazione porta avanti un modello di sostenibilità che unisce scienza, educazione ambientale e coinvolgimento attivo della comunità. Il 28 giugno l’iniziativa “Puliamo la Sella”

Luca Foschi, del team comunicazione della Fondazione MEDSEA, ospite negli studi di Kalaritana Media

Un lavoro sul campo tra ricerca scientifica, educazione ambientale e coinvolgimento delle comunità locali: è l’impegno della Fondazione MEDSEA, protagonista in Sardegna e nel Mediterraneo nella tutela degli ecosistemi marini e costieri. Un laboratorio a cielo aperto, dove biodiversità e sostenibilità si incontrano e la scienza dialoga con le persone, raccontato ai microfoni di Radio Kalaritana da Giulia Eremita, responsabile comunicazione della Fondazione, e da Luca Foschi, dello stesso team. «Operiamo – spiega Eremita – per prevenire danni ambientali e ripristinare ciò che è stato compromesso dall’impatto umano. Ci occupiamo della salvaguardia di coste, dune, zone umide e habitat marini, dal monitoraggio alla rigenerazione di praterie di posidonia oceanica, anche in supporto alle aree marine protette». Tra le emergenze su cui la Fondazione lavora c’è la plastica in mare. «Ridurre, riutilizzare, riciclare sono le tre parole chiave – continua Eremita -. La plastica è una minaccia per la fauna marina, la biodiversità e la salute».
Tra le iniziative, l’appuntamento annuale “Puliamo la Sella”, il 28 giugno al Poetto: «Una giornata di pulizia ed educazione ambientale – dice Eremita – in cui sportivi, associazioni e cittadini si uniscono per ripulire mare e spiaggia. Ogni anno aumentano i partecipanti, molti attivi tutto l’anno. Puntiamo su modelli alternativi di sviluppo – aggiunge -. Il valore pedagogico è centrale: lavoriamo con scuole, famiglie e comunità per spiegare cosa comporta la perdita di una specie marina o l’introduzione di sostanze inquinanti nella catena alimentare. In un Mediterraneo che si riscalda più della media globale, serve consapevolezza diffusa».
Una consapevolezza che collega scienza, economia e società: «In MEDSEA – aggiunge Foschi – convivono competenze diverse: biologi marini, architetti del paesaggio, comunicatori, economisti ambientali. Questo dialogo è la nostra forza. Portiamo avanti progetti concreti, costruiti con partner internazionali ma sempre adattati ai territori».
Uno di questi è Artemis, per la riforestazione marina: «Ripiantiamo posidonia in quattro aree del Mediterraneo – continua Foschi -, tra cui il nord Sardegna, e lavoriamo per darle anche un valore economico, così da inserirla nei processi dell’economia sostenibile».
Altro esempio è GRRinPORT, giunto alla II edizione, che mira a rendere più sostenibili comportamenti e infrastrutture portuali. Ma il progetto più rappresentativo è Maristanis, che ha coinvolto sei aree Ramsar dell’Oristanese. «Con Maristanis – spiega Foschi – abbiamo messo in campo tutte le nostre competenze: economia circolare, tutela della biodiversità, artigianato, educazione e comunicazione. È lì che è nato il “Contratto di costa”, un patto tra dieci municipalità, Regione e comunità locali per gestire insieme il destino delle zone umide. È un passo decisivo: si passa dalla tutela ambientale all’azione politica condivisa».


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