
Con l’arrivo della stagione estiva, la sicurezza in mare torna al centro dell’attenzione anche sulle coste sarde. A presidiare i litorali non ci sono solo le Capitanerie di Porto, ma anche una squadra speciale composta da volontari e cani da salvataggio: si tratta dell’UCSA, Unità Cinofila Salvataggio Acquatico, ramo operativo in Sardegna della Scuola Italiana Cani Salvataggio (SICS).
Attiva in collaborazione con le Capitanerie di Cagliari, Oristano e Olbia, la SICS svolge un lavoro di sorveglianza preventiva, fondamentale nei mesi estivi per ridurre i rischi a cui sono esposti i bagnanti. «Ogni pattuglia è composta da tre o quattro volontari con i propri cani addestrati – spiega Maurizio Basciu, istruttore e responsabile SICS Sardegna e presidente dell’UCSA –. Tra loro è presente anche un anestesista rianimatore, per offrire un supporto medico immediato in caso di emergenza».
Il presidio delle spiagge si concentra soprattutto nei fine settimana, con un’intensificazione dell’attività durante il periodo di Ferragosto. L’obiettivo principale è quello di garantire un intervento rapido in caso di necessità. «La rapidità d’intervento può fare la differenza per salvare la vita – sottolinea Basciu –. Perciò è fondamentale una presenza visibile e costante».
Le unità cinofile sono composte da binomi – conduttore e cane – che affrontano un percorso di addestramento lungo e impegnativo. Da settembre a dicembre, le esercitazioni si svolgono in mare ogni domenica; nei mesi invernali, si prosegue in piscina. A conclusione del ciclo formativo, è previsto un esame che testa anche la resistenza fisica: tra le prove richieste, il nuoto per tre chilometri consecutivi. «È una sfida impegnativa, sia fisicamente che mentalmente – spiega Valeria Fadda, istruttrice SICS –. Dietro a questo impegno c’è un valore enorme: tutti lavoriamo su base volontaria, dedicando tempo e energie a un servizio gratuito e prezioso per la comunità».
Anche i cani, protagonisti attivi nelle operazioni di soccorso, affrontano un lungo percorso di formazione. «L’addestramento – continua la Fadda – serve a far sì che il cane segua correttamente i comandi e reagisca in modo adeguato nelle situazioni di emergenza. È un legame profondo quello che si crea tra loro, basato su fiducia e comunicazione costante».
Attualmente in Sardegna sono attivi 14 volontari, un numero che rende evidente quanto impegno sia necessario per garantire la copertura del territorio e un alto livello di preparazione. Nonostante le difficoltà numeriche, l’UCSA non si limita alle operazioni di salvataggio. Grande attenzione è riservata anche alla prevenzione, soprattutto nelle scuole, grazie ai progetti Academy ed “Eroi a quattro zampe”, che hanno coinvolto migliaia di studenti in tutta l’Isola. «La prevenzione deve partire dai più piccoli – spiega Basciu –. Non si tratta solo di riconoscere i rischi, ma anche di capire come i cani possano diventare preziosi alleati».
Quello delle unità cinofile non è solo un servizio: è un esempio concreto di impegno civico. Un’attività che unisce preparazione, dedizione e spirito di volontariato, offrendo un contributo insostituibile alla sicurezza delle spiagge.
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