Le indagini

Caso Murgia, abiti sotto esame: si cerca la verità biologica Il 7 luglio l’incidente probatorio sugli abiti di Manuela Murgia ritrovati dopo 30 anni

Il tribunale di Cagliari

Sarà il prossimo 7 luglio la data chiave nel caso della morte di Manuela Murgia, avvenuta il 4 febbraio 1995 a Cagliari. In quell’occasione saranno esaminati i vestiti, le scarpe e gli accessori che la giovane indossava il giorno della morte, ritrovati solo a fine marzo nei locali dismessi dell’Istituto di Medicina legale.

Il giudice Giorgio Altieri ha disposto l’incidente probatorio con analisi nel contraddittorio tra le parti. Sarà acquisito anche il profilo genetico di Enrico Astero, ex fidanzato della vittima e unico indagato.

Intanto, tutte le carte relative al «giallo di Tuvixeddu» sono state coperte dal segreto istruttorio: non solo quelle delle nuove indagini, avviate dopo la riapertura del fascicolo per omicidio volontario, ma anche gli atti dei procedimenti precedenti, ora confluiti nella nuova inchiesta.

Il procuratore aggiunto Guido Pani ha confermato il vincolo all’avvocato Marco Fausto Piras, legale di Astero.

Le indagini sono ripartite nel marzo scorso dopo la consulenza del medico legale Roberto Demontis, incaricato dalla famiglia, che ha messo in dubbio l’ipotesi di una caduta accidentale o suicidio.

«Gli accertamenti tecnici irripetibili» disposti dal pm Pani mirano a individuare eventuali tracce biologiche sugli abiti.

Negata intanto la richiesta del legale dell’indagato di accedere agli atti passati, già nelle mani dei legali della famiglia Murgia.


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