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Dianoia. Il Papa ai vescovi: «Portate Cristo nel cuore dell’umanità, siate popolo della pace» Nella sua rubrica settimanale, mons. Baturi racconta l’incontro col Papa: al centro Cristo, pace e dignità umana

Il 17 giugno il Papa ha accolto i vescovi italiani, rappresentanti di tutte le diocesi, alla Sala della Benedizione, un luogo simbolico da cui il Papa percorre il cammino verso la loggia delle benedizioni. Questo è lo stesso percorso che egli ha fatto il giorno della sua elezione, l’8 maggio, e la sala si affaccia da un lato sulla Basilica di San Pietro e dall’altro su Roma, rappresentando la Chiesa che guarda il mondo e lo benedice, portando il grande annuncio di Cristo risorto.

L’incontro è stato significativo e intenso, offrendo a tutti la possibilità di avvicinarsi al Papa e scambiare qualche parola. Il discorso del Papa ha tracciato una strada importante per le Chiese in Italia, sottolineando anzitutto l’urgenza di dare a Cristo centralità nel suo annuncio, affinché ogni persona possa vivere un rapporto personale con Lui. Senza questo incontro personale, ha affermato il Papa, Cristo rischia di diventare irrilevante, e anche il suo annuncio rischia di ridursi a un semplice codice, non a una vita.

Da questo incontro nasce anche la possibilità di trasformare il mondo. La pace, ha sottolineato, non è un’utopia, ma ha un soggetto: il popolo cristiano, il popolo della pace. Ogni parrocchia, ogni comunità ecclesiale, ogni associazione deve diventare un luogo dove la prassi della pace si coniuga con l’annuncio di Cristo e la riconciliazione tra i fratelli. La pace ha bisogno di un popolo riconciliato, capace di cercare l’amicizia con tutti, di dialogare con uomini di buona volontà e con chi cerca la verità. Il Papa ha parlato anche della difesa della dignità dell’uomo, che deriva dalla fede in Cristo. La Chiesa è chiamata a proclamare e difendere questa dignità, valorizzando tutte le dimensioni fondamentali dell’uomo: la corporalità, la sete di infinito, e i legami affettivi. La missione della Chiesa è quella di “immettere Cristo nelle vene dell’umanità”, come ha splendidamente detto il Papa.

Ha invitato tutti a essere protagonisti di questo annuncio e incontro nei luoghi dove viviamo: scuole, università, luoghi di lavoro, ospedali, ovunque l’uomo vive. Lì dobbiamo portare il grande messaggio di liberazione di Cristo, trasformando il mondo nella pace del risorto e difendendo la dignità dell’uomo. Siamo profondamente grati per questo primo incontro con il Papa, che ci ha confermati nella fede e lanciati verso una missione entusiasmante, un compito che ci impegna a portare Cristo nel cuore dell’umanità.


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