
In Sardegna è già arrivato il grande caldo, ma anche nelle ore più torbide gli operai continuano a lavorare. Una situazione pericolosa per i lavoratori, ma che potrebbe creare danni anche alle imprese: così Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl si sono appellate alla presidente della Regione Alessandra Todde per uno stop dei lavori nei cantieri edili nelle ore più calde.
La lettera
«L’innalzamento delle temperature e il forte impatto sulla salute e sicurezza dei lavoratori impegnati nei cantieri edili pubblici e privati, e in tutte le attività lavorative della filiera edile, richiede un intervento urgente della Regione affinché emani anche quest’anno un’ordinanza in materia di igiene e sanità pubblica che vieti il lavoro nelle ore di maggiore esposizione», si legge nella nota firmata dai sindacati. Nella missiva sono presenti anche i numeri fatti registrare da diverse analisi sulla tipologia di problematiche che gli operai e le operaie affrontano dopo le numerose ore sotto esposizione al sole. Secondo i dati citati dai sindacati, gli infortuni causati da un’esposizione prolungata alle ore più calde della giornata sono in media oltre 4.000 all’anno, con un costo complessivo tra tutela degli infortuni e assicurazioni di oltre 50 milioni di euro. «Se si pensa al clima sempre più caldo della Sardegna – sottolineano i sindacati – è facile immaginare ciò che potrebbe accadere se non si ponesse subito un rimedio».
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