
Mauro Tuzzolino, direttore dell’Accademia del Buon Gusto, ospite a Radio Kalaritana
Offrire opportunità concrete alle persone più fragili, usando il linguaggio universale della cucina: è l’impegno dell’Accademia del Buon Gusto, nata nel 2021 nel cuore del quartiere di Sant’Elia a Cagliari, una delle realtà più attive nella formazione professionale inclusiva in Sardegna.
A raccontare questa progettualità, il direttore e socio dell’Accademia del Buon Gusto Mauro Tuzzolino, ospite nei giorni scorsi a Radio Kalaritana. Tra le iniziative più significative, la collaborazione con il SAI (Sistema Accoglienza e Integrazione) San Fulgenzio, in sinergia con la Caritas diocesana e il Comune di Quartu Sant’Elena. Grazie a un percorso formativo rivolto ai giovani migranti accolti nell’ambito del progetto, l’Accademia ha permesso a otto partecipanti su dieci di inserirsi nel mondo del lavoro. Questo risultato dimostra come una formazione professionale inclusiva, supportata da un modello integrato che sviluppa competenze tecniche, sociali e relazionali, possa realmente cambiare vite.
«Il nostro lavoro – spiega Mauro Tuzzolino, direttore e socio dell’Accademia – consiste nel dare delle opportunità. Nel progetto con il SAI, oltre alla tecnica, puntiamo molto sull’identità e sulla fiducia personale, elementi essenziali per il reinserimento sociale e lavorativo».
L’Accademia del Buon Gusto non è solo una scuola, ma un progetto sociale radicato nel territorio che ha saputo creare sinergie tra il mondo dell’alta cucina, il terzo settore e le istituzioni pubbliche. L’impegno è rivolto a persone con percorsi di vita complessi: migranti, giovani usciti dal circuito scolastico, disoccupati di lunga durata, cittadini in condizioni di fragilità economica o relazionale.
Negli ultimi quattro anni, grazie alla collaborazione con realtà come l’ASPAL, la Fondazione Intesa Sanpaolo, lo stesso Comune di Quartu Sant’Elena e la cooperativa La Carovana, l’Accademia ha attivato diversi percorsi articolati in laboratori di cucina, moduli educativi e attività di team building. La metodologia si basa sulla partecipazione attiva e sul contatto diretto con il mondo del lavoro, con numerosi chef dell’isola coinvolti come formatori.
Oltre al progetto con il SAI, l’Accademia è attiva anche in ambito educativo, con corsi contro la dispersione scolastica per ragazzi tra i 16 e i 18 anni, in collaborazione con “BorgoTreMani”, percorsi di educazione alimentare per bambini e attività di sensibilizzazione sulle tematiche dell’economia circolare e della povertà educativa.
Al centro di ogni iniziativa c’è l’idea della cucina come spazio di relazione, apprendimento e riscatto. «Chi varca la soglia dell’Accademia – conclude Tuzzolino – spesso arriva da percorsi interrotti o non riusciti. Qui ha la possibilità di ricominciare, di essere visto non per ciò che gli manca, ma per ciò che può diventare».
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