Il processo

Violenza di gruppo, chiesti 9 anni per Grillo e amici imputati La Procura chiede pene severe: «Processo difficile, ma consenso delle vittime ignorato»

Il tribunale di Tempio Pausania (foto Ansa)

Nove anni di reclusione con attenuanti generiche e confisca dei beni: è la richiesta avanzata dal procuratore capo Gregorio Capasso per Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, imputati nel processo per violenza sessuale di gruppo in corso al Tribunale di Tempio Pausania. I fatti risalgono all’estate del 2019 e coinvolgono una studentessa italo-norvegese e una sua amica.

Capasso ha parlato di «una vicenda più grande di loro», riferendosi sia agli imputati sia alle vittime, sottolineando la delicatezza del caso e il rigore con cui la Procura ha affrontato l’istruttoria, senza farsi travolgere dalle emozioni. Le attenuanti generiche sono legate alla giovane età degli imputati, ma non escludono la richiesta di una pena severa e di un risarcimento per le parti lese.

Due i capi d’imputazione. Il primo riguarda tre episodi: un iniziale rifiuto da parte della studentessa, un rapporto consumato da Corsiglia alla presenza degli altri tre e un presunto rapporto di gruppo, documentato da video in cui, secondo l’accusa, Corsiglia sarebbe presente e regista. Il secondo capo accusa Grillo, Capitta e Lauria di aver scattato fotografie a un’altra ragazza mentre dormiva.

Durante la requisitoria delle parti civili, l’avvocata Giulia Bongiorno ha affermato: «In questo processo emerge una concezione della donna il cui consenso vale zero».


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