
Un operaio al lavoro in un caseificio | Foto Canva
L’annuncio era atteso da tempo oramai, mentre le preoccupazioni erano già note. Tra la notte di sabato e le prime ore di domenica 13 luglio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato i dazi del 30% verso l’Unione Europea che entreranno in vigore dal prossimo primo di agosto. Una decisione che preoccupa diversi comparti isolani.
La lettera
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato la volontà dell’UE di trattare con la controparte statunitense, ma si è detta anche pronta ad adottare delle contromisure. Un’apertura che prepara però anche alla possibilità di scontro, dopo gli ultimi mesi resi complessi dai cambi di opinione repentini del presidente statunitense. La Commissione dovrà trovare la quadra con gli Stati membri: una decisione che valga per tutti, dati i diversi interessi degli attori statali europei, apre a una fase negoziale interna all’Unione Europea che si trova davanti a una nuova sfida dettata anche da approcci politici diversi nelle varie cancellerie. Compresa quella italiana, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che malgrado un legame stretto non è riuscita a evitare la presa di posizione della Casa Bianca. E ora si trova a dover trovare una soluzione per tranquillizzare le imprese italiane sul proprio export verso gli Stati Uniti.
I timori isolani
Meccanica, automotive, artigianato e alimentari. Sono questi i settori che saranno tra i più colpiti dai dazi statunitensi. Se le piccole e medie imprese del nord Italia sono preoccupate dagli effetti sui prodotti industriali, i produttori artigianali e di alimentari del sud e centro Italia, Sardegna compresa sono tra i più preoccupati. Gli Stati Uniti hanno rappresentato infatti finora il principale mercato extra-Ue per i prodotti Dop e Igp, con casi come quello del Pecorino Romano che ne sono un esempio. Secondo Coldiretti, aggiungendo al calcolo dei prezzi anche l’attuale cambio sfavorevole tra dollaro ed euro, l’aumento dei prezzi nei listini potrebbe essere del 40%. Una situazione che potrebbe portare ad un abbattimento dei prezzi per restare nel mercato e a conseguenze per tutta la filiera del latte. Anche per questo le associazioni di categoria chiedono risposte forti e sostegno alla politica, a partire da quella regionale. «Chiediamo alla Regione Sardegna la massima attenzione per l’intero comparto agroalimentare in vista dei dazi devastanti, in arrivo dagli USA, che investiranno il nostro sistema produttivo agricolo isolano a partire dal prossimo 1 agosto – afferma il presidente di Confagricoltura Sardegna, Stefano Taras – La Regione intervenga rapidamente con le giuste contromisure di sostegno alle imprese, già dalla gestione delle risorse dell’imminente assestamento di bilancio, tenendo conto delle possibili azioni sull’accesso al credito o di gestione finanziaria come il pegno rotativo, e coinvolgendo nelle decisioni operative le associazioni di categoria. Tutte le aziende, con la propria varietà produttiva, hanno la stessa dignità e lo stesso diritto a continuare a produrre economie nei diversi territori dell’Isola. Con i prossimi dazi è infatti a rischio il futuro del made in Sardinia».
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