
La necropoli di Monte Siseri | Foto Sardegna Turismo
Le Domus de Janas sono parte del patrimonio universale dell’Unesco. Il 12 luglio 2025 potrebbe diventare una giornata storica per la Sardegna, che dopo un percorso durato anni e che ha visto la collaborazione di diverse istituzioni, ha visto riconoscere le “case delle fate” come patrimonio dell’UNESCO nell’ultima riunione tenutasi a Parigi.
I luoghi
I siti archeologici approvati e inseriti nella mappa speciale dell’Unesco sono diciassette, la maggior parte di questi nel nord dell’isola. La Necropoli di Anghelu Ruju (Comune di Alghero), la Necropoli di Puttu Codinu (Comune di Villanova Monteleone) e quella di Monte Siseri / S’Incantu (Comune di Putifigari), i siti di Mesu e Montes (Comune di Ossi), Su Crucifissu Mannu (Comune di Porto Torres), le Domus de janas dell’Orto del Beneficio Parrocchiale (Comune di Sennori) e della Roccia dell’Elefante (Comune di Castelsardo), il Parco dei Petroglifi (Comune di Cheremule), la Necropoli di Sant’Andrea Priu (Comune di Bonorva) e quelle di Sa Pala Larga (Comune di Bonorva) e di Los Forrighesos (Comune di Anela), raccontano la ricchezza del nord-ovest della Sardegna, che lascia un chiaro segno nel progetto portato avanti. Nel centro dell’isola figurano nella lista la Necropoli di Ispiluncas (Comune di Sedilo), quelle di Mandras / Mrandas (Comune di Ardauli), di Brodu (Comune di Oniferi) e di Istevene (Comune di Mamoiada). Più a sud, invece, in lista è presente il già noto Parco Archeologico di Pranu Mutteddu (Comune di Goni) e la Necropoli di Montessu (Comune di Villaperuccio).
Il commento
Il riconoscimento dell’UNESCO riguarda in particolare i monumenti ricompresi nel sito seriale “Arte e architettura della Sardegna preistorica. Le domus de janas”, progetto portato avanti dal Centro Studi Identità e Memoria sin dal 2018. L’appoggio della Regione, del ministero della Cultura e la partecipazione attiva dei comuni, con Alghero capofila, ha portato così sino al traguardo dopo anni di studio e attesa. La capacità di fare rete è stata una delle chiavi per arrivare all’obiettivo condiviso. «L’ingresso delle domus de janas nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO rappresenta un riconoscimento di straordinaria importanza per la Sardegna e per l’intera Italia – ha sottolineato la presidente della Regione Alessandra Todde, presente a Parigi per l’occasione –. Questo risultato è il frutto di un lavoro corale della Regione, del Ministero della Cultura, del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, della Rappresentanza italiana presso l’UNESCO, del Cesim e dei comuni sardi coinvolti. È un traguardo storico che rafforza il senso di appartenenza delle nostre comunità e apre nuove opportunità di crescita: dallo sviluppo di un turismo culturale sostenibile alla creazione di occupazione, fino alla valorizzazione dei territori più interni e delle giovani energie locali».
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