Giovani e volontariato

Giovani che costruiscono speranza: voci dal Campo internazionale Caritas Le testimonianze di alcuni partecipanti: «Un’opportunità per costruire relazioni profonde, vere, oltre le differenze»

Continua fino a domenica prossima il 13mo Campo internazionale della Caritas diocesana. Dallo scorso 13 luglio oltre un centinaio di giovani si incontrano, lavorano fianco a fianco, si ascoltano, in un vero e proprio laboratorio di dialogo, servizio e speranza. A raccontarlo sono alcuni dei protagonisti: ragazze e ragazzi che hanno scelto di dedicare una settimana al volontariato e all’incontro con l’altro.

Per Marianna Laudi, della Acli Cagliari, impegnata come tutor e partecipante, questo Campo ha qualcosa di unico: «Stare insieme per sette giorni permette di costruire relazioni profonde, vere – racconta -. E poi c’è il valore aggiunto della testimonianza cristiana: vivere la fede in mezzo a chi magari ha un altro credo, o nessuno, e farlo nel rispetto reciproco, con sincerità, è uno dei messaggi più belli che possiamo portare».

Anche Marco Mullano, delle Acli Cagliari, ha condiviso un’esperienza forte: quella dell’aiuto alle persone anziane accolte nella Casa di cura delle Vincenziane. «Non avevo mai fatto il volontario in una struttura come questa – racconta –. Ho suonato in passato in alcune RSA, ma mai con questo coinvolgimento». Attività fisica, laboratori creativi e tante altre attività, anche musicali: «Sono momenti che ci fanno incontrare davvero. La differenza di età non è un ostacolo, ma un valore aggiunto. Le persone accolte sono piene di energia e ci trasmettono tanto. In cambio, noi portiamo un po’ di allegria e ascolto».

«I giovani sono i veri segni di speranza – spiega Michela Campus, referente del Servizio civile Caritas e parte dell’equipe organizzativa -. Lo abbiamo visto anche nell’incontro dedicato alle dipendenze: affrontare temi complessi come l’abuso di sostanze, la dipendenza da internet o dal gioco d’azzardo insieme a loro è stato prezioso. Vogliono capire, agire, cambiare le cose».

Il Campo, aggiunge Michela, è solo l’inizio: «È una parentesi, sì, ma non deve chiudersi. Il nostro auspicio è che questa settimana accenda in ognuno il desiderio di continuare, di mettersi a servizio tutto l’anno».

 


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