
Francesca Fara, referente CIAI Sardegna ospite a Radio Kalaritana
Dietro ogni adozione internazionale c’è un intreccio di emozioni, sogni, attese, ferite da guarire e nuove radici da far crescere. In Sardegna, il CIAI – Centro Italiano Aiuti all’Infanzia – è un punto di riferimento da oltre trent’anni per le famiglie che decidono di intraprendere questo percorso. Lo fa attraverso formazione, sostegno psicologico e un accompagnamento costante. «Non si tratta solamente di trovare una mamma ed un papà a un bambino o a una bambina che ne sono privi – spiega Francesca Fara, referente del CIAI Sardegna – ma di costruire un incontro possibile, solido, duraturo». L’obiettivo è far nascere una relazione autentica e consapevole, fondata sulla cura, sull’ascolto e sul rispetto della storia dell’altro.
Il cammino inizia ben prima dell’adozione. Il CIAI segue le famiglie durante l’intero percorso: dalla formazione iniziale ai colloqui, dalla scelta del Paese al delicato momento dell’abbinamento. Una fase che richiede competenza, sensibilità, ma anche capacità di affrontare l’imprevedibilità.
Una novità importante è l’apertura dell’adozione internazionale anche alle persone single. «È un cambio di paradigma importante – sottolinea Diego Lasio, psicologo e psicoterapeuta, docente all’Università di Cagliari e coordinatore dell’équipe CIAI Sardegna -. Abbiamo già attivato corsi dedicati e promosso iniziative rivolte agli operatori sociali incaricati della valutazione dell’idoneità».
Inoltre, il CIAI, con il sostegno della Regione Sardegna, offre servizi gratuiti di consulenza psicologica e psicoterapia nel post-adozione, non solo per i genitori ma anche per i minori e talvolta anche per adulti adottati.
di Maria Chiara Cugusi
La versione integrale dell’articolo sul prossimo numero di Kalaritana Avvenire
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