
Marco Sechi, Giorgia Bancescu e Félix C.C. Adandedjan ospiti nei giorni scorsi a Radio Kalaritana
Migranti, istituzioni e società civile si sono seduti, per la prima volta in Sardegna, allo stesso tavolo per progettare insieme il futuro. Il 3 e 4 luglio scorso Olbia ha ospitato la prima Conferenza Regionale sull’Immigrazione, promossa dall’Assessorato regionale del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza. Un evento che ha segnato un punto di svolta: l’immigrazione non più percepita come emergenza, ma come risorsa strategica per lo sviluppo sostenibile dell’isola.
L’evento è stato il risultato di un lungo percorso partecipativo che ha coinvolto enti locali, terzo settore, Consulta regionale e, soprattutto, giovani con background migratorio. Tra i protagonisti dell’iniziativa, ospiti nei giorni scorsi a Radio Kalaritana, Marco Sechi (referente immigrazione della RAS), Giorgia Bancescu (studentessa dell’Istituto Pacinotti di Cagliari) e Félix C.C. Adandedjan (rappresentante della Consulta regionale).
«È stato un momento corale – ha spiegato Sechi – in cui è emersa con forza l’idea che i migranti non sono realtà separate, ma parte integrante della nostra società».
Giorgia Bancescu, studentessa e giovane di seconda generazione, ha partecipato al gruppo di lavoro dedicato ai giovani migranti. «Abbiamo affrontato problemi concreti come le barriere linguistiche, l’esclusione sociale e la discriminazione – ha raccontato –. Ma abbiamo anche proposto soluzioni: mentoring tra pari, incontri nelle scuole, e un maggiore coinvolgimento dei giovani nelle politiche pubbliche».
Fondamentale il contributo della Consulta regionale per l’immigrazione, che ha partecipato alla redazione del documento finale. «Una vera casa comune di ascolto e proposta», l’ha definita Félix Adandedjan, pur riconoscendo «alcune criticità nella concreta operatività del testo», ma sottolineando che rappresenta «un primo passo verso politiche davvero inclusive».
Tra le proposte emerse, spicca l’urgenza di costruire una governance più coesa e trasversale, capace di superare la frammentazione delle competenze. Da qui l’idea di istituire un tavolo inter-assessoriale permanente e di riformare la Legge Regionale 46 del 1990, ormai non più adeguata alla complessità e alla pluralità del fenomeno migratorio contemporaneo.
Guardando al futuro, sono già stati annunciati due strumenti operativi fondamentali: la nascita di un Osservatorio regionale sullo sfruttamento lavorativo e la creazione di un Centro contro le discriminazioni, in collaborazione con la Città Metropolitana di Cagliari, i Comuni di Sassari e Cagliari, ANCI Sardegna e l’UNAR. Due realtà che potranno dare concretezza e continuità al lavoro avviato.
«La Sardegna – ha ricordato ancora Sechi – deve riconoscere nella mobilità umana un’opportunità. I migranti, molti dei quali cittadini italiani, sono parte integrante del nostro tessuto sociale e produttivo. Ora è il momento di passare dalle parole ai fatti, con obiettivi chiari e monitoraggi costanti».
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