DIPENDENZE

L’Aquilone, 37 giovani concludono il loro percorso terapeutico e di rinascita Nei giorni scorsi la consegna degli attestati nella Comunità. Don Follesa: «Non ci limitiamo a curare, ma aiutiamo a ricostruire vite»

Don Carlo Follesa nei giorni scorsi a Radio Kalaritana

Una cerimonia carica di emozione, ma soprattutto un momento di consapevolezza e speranza. Nei giorni scorsi, il Centro sardo di solidarietà L’Aquilone ha celebrato la conclusione del percorso terapeutico per 37 giovani che hanno affrontato e superato la sfida della dipendenza. Un evento simbolico ma concreto, che segna l’inizio di una nuova vita.

«Non abbiamo inventato un vaccino, ma abbiamo aiutato a ricostruire vite» racconta don Carlo Follesa, presidente della Comunità, da oltre trent’anni punto di riferimento nella lotta contro le dipendenze. Ospite a Radio Kalaritana, Don Carlo ha ribadito l’obiettivo del progetto: non solo “disintossicare”, ma accompagnare ogni persona in un percorso di rinascita personale e reinserimento sociale.

Con sedi operative a Elmas, Assemini e Quartu Sant’Elena, L’Aquilone accoglie ogni anno tra i 90 e i 115 ragazzi, affiancati da circa 50 famiglie. Il programma terapeutico si articola in quattro fasi: disintossicazione, accoglienza residenziale, reinserimento e autonomia. L’ultima tappa si svolge al di fuori della struttura, per favorire un ritorno graduale alla quotidianità, sostenuto da un progetto individuale.

«L’Aquilone non è solo un centro di recupero, è un laboratorio di umanità» ha sottolineato Don Carlo. Centrale è l’approccio integrato che pone la persona – e non la dipendenza – al centro del percorso. Un ruolo fondamentale è affidato alle famiglie, coinvolte attivamente: «Abbiamo premiato genitori che per due anni non hanno mai saltato un solo incontro settimanale. Questo è l’impegno che fa la differenza»

Durante la cerimonia sono stati consegnati attestati non solo agli ospiti, ma anche ai loro familiari e partner. Un gesto simbolico ma dal forte valore concreto, che riconosce il ruolo silenzioso e determinante di chi sostiene il percorso terapeutico giorno dopo giorno.

All’evento hanno partecipato anche rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, oltre a esponenti del sistema penitenziario. L’Aquilone, infatti, collabora da anni a programmi di reinserimento alternativi alla detenzione, attraverso accoglienza comunitaria, formazione professionale e percorsi di responsabilizzazione.

La comunità prosegue anche nel suo impegno educativo e di prevenzione. Tra le iniziative più recenti, l’incontro con i giovani del Campo internazionale Caritas, un’occasione di confronto aperto sul tema delle dipendenze e sul ruolo dei giovani nella costruzione di una società più consapevole.


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