
L’ospedale San Giovanni Paolo II di Olbia (foto Ansa)
La carenza di pediatri all’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia continua a preoccupare medici e operatori del Dipartimento Donne e Minori, nonostante le rassicurazioni della Direzione della Asl Gallura. Solo pochi giorni fa l’arrivo in extremis di due professionisti provenienti dall’ospedale di Tempio Pausania ha permesso di colmare momentaneamente i vuoti in organico, ma all’interno del reparto il clima resta di forte incertezza.
«Essendo un Dipartimento che si occupa sia delle mamme che dei bambini – spiegano gli operatori all’ANSA – la carenza di pediatri non porta soltanto a una situazione critica per la Pediatria, ma anche e soprattutto per il punto nascita, perché la loro assenza non garantisce la possibilità di poter partorire a Olbia».
La soluzione tampone adottata dai vertici aziendali, denunciano i sanitari, «non garantisce un servizio efficiente come dovrebbe essere. Mandare un pediatra sostituto da Tempio significa solo tappare un buco». Negli ultimi dodici mesi, sei pediatri hanno lasciato la struttura, aggravando progressivamente le difficoltà.
Durante l’estate, le ferie sono state garantite, ma il personale rimasto in servizio ha dovuto coprire turni massacranti, spesso con ordini di servizio straordinari. Con risorse ridotte al minimo, alcuni ambulatori hanno dovuto chiudere: tra questi quello di riabilitazione del pavimento pelvico, oggi sospeso, con liste d’attesa lunghissime che non si riescono a smaltire.
«La direzione continua a tamponare, ma noi non vediamo una soluzione a lungo termine. Non ci servono rassicurazioni, vogliamo certezze», concludono gli operatori, denunciando i rischi per la salute delle donne e dei bambini in Gallura.
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