
Don Roberto Piredda ospite a Radio Kalaritana
Il suono della campanella quest’anno porta con sé più di un nuovo inizio. Per migliaia di insegnanti di religione cattolica in tutta Italia, il 2025 segna un traguardo atteso da due decenni: dopo 20 anni, tornano le immissioni in ruolo grazie a un doppio concorso, ordinario e straordinario. Un evento che, come sottolinea don Roberto Piredda, direttore dell’Ufficio diocesano per l’Insegnamento della Religione Cattolica «costituisce un prezioso riconoscimento di un contributo importante nel panorama educativo italiano».
Un concorso atteso da vent’anni: «Riconoscimento e responsabilità»
«Non si tratta di nuovi docenti – spiega don Roberto ai microfoni di Kalaritana Media – ma di insegnanti che da anni sono nelle aule, e che oggi vedono finalmente riconosciuto il proprio ruolo tramite una procedura pubblica, identica a quella degli altri docenti». Un segnale importante per il sistema scolastico, che rafforza la presenza dell’insegnamento della religione cattolica (IRC) come parte integrante della formazione degli studenti.
Nella Diocesi di Cagliari, per quest’anno i numeri sono questi: sette nuovi docenti di ruolo nella scuola dell’infanzia e primaria, e 36 nella secondaria di I e II grado. Le immissioni in ruolo proseguiranno anche negli anni a venire.
Esame di maturità: verso una riforma strutturale
Tra le novità previste per questo anno scolastico c’è anche la riforma dell’esame di Stato, che dovrebbe riprendere ufficialmente il nome tradizionale di “maturità”. Come illustrato da don Piredda, «la proposta ministeriale intende valorizzare la crescita dello studente, le competenze acquisite, e ridefinire la composizione della commissione d’esame: quattro commissari, due interni e due esterni, con l’eliminazione del tradizionale spunto tematico iniziale».
Smartphone vietati: il digitale sotto osservazione
Una delle questioni più discusse di queste settimane è il rafforzamento del divieto di utilizzo dei telefoni cellulari durante le ore di lezione. «La norma esisteva già – chiarisce don Roberto – ma oggi il Ministero insiste sull’aspetto educativo: aiutare i ragazzi a ridurre la dipendenza dallo smartphone».
Una misura che, se da un lato guarda alla concentrazione in classe, dall’altro sembrerebbe scontrarsi con la crescente digitalizzazione della scuola, spinta anche dai fondi del PNRR. «Bisogna trovare un equilibrio – sottolinea il direttore –. La tecnologia è una risorsa importante se ben usata. Forse servirebbero strumenti dedicati, come tablet con app dedicate, che permettano un uso educativo e protetto del digitale».
Scuole cattoliche in rete: «Un tesoro educativo da valorizzare»
Accanto al tema della scuola pubblica, don Roberto evidenzia anche l’impegno del Coordinamento diocesano delle Scuole cattoliche e di ispirazione cristiana, nato per mettere in rete le realtà paritarie di ispirazione cristiana presenti sul territorio.
«Si tratta di un lavoro capillare – spiega – che va dal supporto formativo per docenti e famiglie, all’aiuto pratico-gestionale, specie per le scuole più piccole e periferiche». Obiettivo centrale: fare rete, censire e valorizzare il patrimonio educativo cattolico, rafforzandone la presenza e il contributo nel sistema formativo regionale
L’anno scolastico si arricchisce anche di un appuntamento di respiro internazionale: il Giubileo dell’Educazione con Papa Leone XIV, in programma a Roma a fine ottobre. Dopo il momento diocesano celebrato lo scorso aprile a Cagliari, l’evento universale vedrà protagonisti insegnanti, studenti, educatori e operatori scolastici da tutto il mondo.
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