
La Sardegna rischia di perdere una delle grandi occasioni del Pnrr a causa dei ritardi nell’utilizzo delle risorse destinate alla sanità. È la denuncia della Cgil Sardegna, che ha analizzato i dati del sistema ReGiS del Mef aggiornati al 30 giugno.
Secondo il report, nell’Isola è stato speso soltanto l’11,7% dei 626 milioni assegnati alla missione Salute: meno di 73 milioni. Dei 279 progetti monitorati, appena 86 risultano completati.
«Un quadro sconfortante – commenta il segretario generale Fausto Durante – se si pensa che mancano solo nove mesi alla scadenza, con un fortissimo rischio di fallimento della missione».
Il confronto con il resto d’Italia mette in luce le difficoltà sarde.
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Case di comunità: zero completamenti su 50 progetti; speso appena il 7,2% dei 94 milioni previsti (media nazionale 17,1%).
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Ospedali di comunità: nessuno dei 13 progetti realizzato; utilizzato solo il 6,2% dei quasi 48 milioni disponibili (media nazionale 15,1%).
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Ospedali sicuri e sostenibili: zero interventi conclusi su nove previsti; spesi solo 1,6 milioni dei 25 stanziati (6,3% contro il 24,1% nazionale).
«La situazione regionale – sottolinea Durante – è perfino peggiore rispetto alla media nazionale e ci colloca in fondo alla classifica, nonostante le gravi condizioni in cui versa il nostro sistema sanitario».
Per il sindacato, serve una presa di coscienza immediata da parte delle istituzioni per attivare le necessarie contromisure.
Un primo passo potrebbe arrivare dal protocollo sulla sanità firmato lo scorso 4 agosto con la presidente Alessandra Todde e l’assessore Armando Bartolazzi: «Se applicato nello spirito e nella lettera – conclude la Cgil – può rappresentare lo strumento per invertire la rotta. Noi faremo la nostra parte, ma serve una volontà corrispondente da Regione e aziende sanitarie».
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