la lettera

Lettera di alcuni cappellani ospedalieri sul fine vita Don Fabrizio Pibiri e don Mario Steri, assistenti spirituali del Businco e del Cao, offrono una riflessione a conclusione della Festa della Madonna Addolorata: «La vita appartiene soltanto a Dio»

Braccio con flebo, fine vita, eutanasia, malati, medicina, cure – foto SIR/Marco Calvarese

Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta da don Fabrizio Pibiri e don Mario Steri, cappellani rispettivamente dell’Ospedale Oncologico Businco e del Presidio Microcitemico Cao di Cagliari. Il testo, redatto a conclusione della Festa della Madonna Addolorata, nasce dal loro ministero quotidiano accanto ai malati e ai familiari. Lo pubblichiamo per contribuire ad alimentare il confronto e la riflessione intorno a un tema che interpella profondamente la società e la coscienza di tutti.

+++ Segue il testo integrale della lettera +++

A conclusione della Festa della Madonna Addolorata, titolare della Cappella dell’Ospedale Oncologico “Businco”, come assistenti spirituali sentiamo il bisogno di condividere con tutti voi questa riflessione:

A servizio del Signore della Vita e non dei padroni della morte

Nel mondo di oggi andare contro la Vita significa ribellarsi alla Verità stessa. L’aborto e l’eutanasia non sono una semplice scelta individuale ma un omicidio che nasce non solo dalla malvagità ma da una follia collettiva per paura della croce, della sofferenza e della morte. È proprio da questa paura che germogliano molte altre derive della cultura contemporanea: aborto e eutanasia diventano così le espressioni più evidenti di una società che rifiuta la prova, il sacrificio e il limite. Al contrario la Croce di Cristo, l’unico vero rimedio al peccato e al male, trasforma la sofferenza in occasione di purificazione, strumento di redenzione e via di salvezza. In questa prospettiva la missione primaria della Chiesa è quella di condurre l’uomo alla salvezza totale, ricordando con forza che la vita appartiene soltanto a Dio, che ne è Creatore e Signore, e che nessuno ha il diritto di disporne arbitrariamente. Come assistenti spirituali del presidio ospedaliero “Businco”, del microcitemico “Cao” e dell’Hospice viviamo ogni giorno questo servizio per la vita e tocchiamo con mano quanto grande sia la missione e la sfida che ci portano ad accompagnare malati, familiari e medici per trasmettere, attraverso il Vangelo, il dono della vita. Tanti malati, spesso con una prognosi infausta, accettano con dignità e serenità il difficile percorso che vivono consapevoli del valore della vita e offrendo al Signore della Vita la loro sofferenza e persino la propria morte. Non ci può essere dicotomia tra vita e Vangelo, tra fede e realtà, tra fede e vita.

Don Fabrizio Pibiri

Don Mario Steri


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