Nuovi italiani, la sfida dell’integrazione Secondo la sociologa Laura Zanfrini, i figli degli immigrati sono una risorsa strategica per il futuro del Paese. Ma servono politiche concrete per garantire pari diritti, cittadinanza effettiva e inclusione reale

 

Manifestazione per chiedere una nuova legge sulla cittadinanza (foto www.avvenire.it)

«Il futuro dell’Italia è intrecciato ai destini dei figli degli immigrati». Ad affermarlo con chiarezza è Laura Zanfrini, professoressa di sociologia delle migrazioni all’Università Cattolica di Milano, che interverrà al Convegno organizzato in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il 26 settembre dall’Ufficio diocesano Migrantes in collaborazione con la Caritas diocesana.

Al centro della relazione “La sfida profetica dei nuovi italiani”. «Cinquant’anni fa, in Italia, per ogni anziano c’erano nove bambini – spiega la sociologa –  Oggi, il rapporto è crollato: non si arriva nemmeno a uno. E tra i pochi bambini, una quota crescente è composta da figli di immigrati».  L’Italia «invecchia, fa sempre meno figli e in molte aree subisce gli effetti dello spopolamento. La Sardegna esemplifica, e amplifica, questi trend, con il tasso di natalità più basso a livello nazionale e una età media tra le più elevate».

In questo scenario, i giovani migranti sono una risorsa essenziale, anche se non mancano elementi di criticità. L’integrazione resta un cammino a ostacoli, in cui troppo spesso dietro la retorica dell’inclusione si nasconde una disuguaglianza strutturale. Non basta nascere o crescere in Italia per sentirsi davvero parte del Paese: molti di questi ragazzi provengono da famiglie con poche risorse culturali ed economicamente fragili, poiché gli immigrati fanno spesso lavori poco retribuiti, così che molte delle loro famiglie sono povere. Occorrerebbe garantire a tutti un lavoro dignitoso anche dal punto di vista della retribuzione, per scongiurare il rischio che gli svantaggi si trasmettano intergenerazionalmente. E occorrerebbe una scuola in grado di correggere le diseguaglianze d’origine e mettere a frutto la diversità culturale e religiosa.

Altro nodo cruciale è quello della cittadinanza. «Nonostante le molte proposte di riforma – continua la Zanfrini – nessun governo è finora riuscito a modificare la normativa vigente. Tuttavia, il cambiamento avanza dal basso. Ogni anno, decine di migliaia di immigrati acquisiscono la cittadinanza italiana e la trasmettono ai figli. Ma la cittadinanza, da sola, non basta: se non è accompagnata da un’effettiva uguaglianza, rischia di trasformarsi in una promessa tradita».

La questione migratoria interpella anche il mondo ecclesiale. «È una sfida identitaria e pastorale per la Chiesa – conclude la sociologa – chiamata a confrontarsi con una fede vissuta in forme diverse, spesso più vitali rispetto a quelle tradizionali. Molti giovani figli di immigrati sono più religiosi dei loro coetanei italiani». Una ricchezza, non una minaccia: un’occasione per riaprire il dialogo interreligioso, rilanciare l’ecumenismo e aggiornare la pastorale in chiave interculturale, per rispondere alle esigenze di una comunità sempre più plurale.

Maria Chiara Cugusi

(articolo pubblicato su Kalaritana Avvenire)

 


Scopri di più da Kalaritana Media

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.