
(foto Anna Ponticelli)
Un’ondata di solidarietà ha attraversato Cagliari ieri, con una manifestazione di massa che ha visto circa 15mila persone scendere in piazza contro il conflitto in Palestina e l’occupazione israeliana. Il corteo, organizzato dall’Usb in concomitanza con lo sciopero generale “blocchiamo tutto”, ha rappresentato una delle più grandi mobilitazioni della Sardegna degli ultimi anni.
La manifestazione, partita da piazza del Carmine, si è snodata attraverso le vie del centro cittadino fino a raggiungere il Consiglio regionale, luogo simbolico scelto per consegnare il messaggio di condanna verso la guerra e le violenze in corso. Tra i partecipanti, numerosi studenti e cittadini di tutte le età, uniti dalla richiesta di giustizia e pace.
«È indegno ammazzare i bambini», è stato uno degli slogan più scanditi, a testimonianza del sentimento di dolore e rabbia che ha animato la folla. Se all’inizio erano circa 5mila i manifestanti, nel corso del corteo il numero è cresciuto fino a raggiungere – secondo la Questura – i 15mila partecipanti; per gli organizzatori, invece, il totale supera le 20mila persone.
Non solo Cagliari: anche Nuoro ha espresso la propria vicinanza alla causa palestinese con un voto del Consiglio comunale che ha conferito la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu per i diritti umani nei territori palestinesi. Cortei e manifestazioni si sono tenuti anche a Olbia e Oristano, mentre nel resto d’Italia la tensione è salita: a Milano si sono verificati momenti di guerriglia urbana, definiti «scene indegne» dalla premier.
Scontri e violenze si sono registrati anche a Roma, Bologna e in altre città italiane.
La Sardegna, attraverso la grande partecipazione di ieri, ha voluto far sentire la propria voce in difesa dei diritti umani e contro ogni forma di oppressione, invitando a un impegno collettivo per la pace e la giustizia internazionale.
Scopri di più da Kalaritana Media
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.