SOLIDARIETÀ

Giovani animatori liturgici all’Ospedale Brotzu Domani i ragazzi e le ragazze della parrocchia di San Pietro di Assemini accompagneranno la celebrazione: un momento di servizio e testimonianza nei luoghi della sofferenza

Alessandra Muntoni, Giada, Federica, Giulia e Naike ospiti a Radio Kalaritana

Sarà una celebrazione speciale quella in programma per sabato 4 ottobre alle ore 17 nella cappella dell’Ospedale Brotzu di Cagliari. A guidare l’animazione liturgica sarà un gruppo di giovani della parrocchia di San Pietro in Assemini, protagonisti di un laboratorio che da quattro anni unisce formazione spirituale, servizio alla comunità e testimonianza concreta della fede nei luoghi della sofferenza.

L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra la parrocchia e don Marcello Contu, cappellano del Brotzu e direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute. «Tutto è cominciato quasi per caso, con un’idea condivisa durante un incontro – racconta Alessandra Muntoni, animatrice del gruppo, ospite nei giorni scorsi a Radio Kalaritana – ma fin dalla prima celebrazione ci siamo resi conto della forza di questa esperienza, sia per chi partecipa alla Messa sia per i ragazzi stessi. Così abbiamo deciso di replicarla, incoraggiati anche dal nostro parroco don Paolo Sanna, che ci accompagna in tutte le iniziative formative».

Il Laboratorio di Animazione Liturgica coinvolge giovanissimi tra i 12 e i 15 anni, in cammino verso la Cresima e già cresimati. All’interno del percorso catechistico, i ragazzi scelgono di dedicarsi all’animazione delle Messe vespertine, attraverso la proclamazione della Parola, il canto e il servizio liturgico.

«Celebrare fuori dalla parrocchia, e in particolare in ospedale, significa mettersi in gioco in un contesto nuovo, dove il dolore e la fragilità sono quotidianità. Per ragazzi così giovani non è scontato. Ma è proprio lì che il messaggio cristiano della speranza si fa più autentico e potente» spiega ancora Muntoni.

In studio, a raccontare l’esperienza, anche alcune delle giovani protagoniste: Giada, Giulia, Naike e Federica. Con loro, si riflette anche sul tema della santità vissuta nel quotidiano, ispirandosi a figure vicine alla sensibilità giovanile come Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis.

«L’esempio di Carlo, che aveva solo 15 anni, ci ha fatto capire che la santità non è qualcosa di distante o irraggiungibile – ha detto Naike –. Anche nella fragilità, nella malattia, è possibile trovare forza nella fede e diventare segno di speranza per gli altri».

Per Federica, alla sua seconda esperienza al Brotzu, l’emozione resta forte: «All’inizio non sapevo cosa aspettarmi. Ma quella Messa è stata una rivelazione. Non solo per la bellezza della celebrazione, ma per ciò che ha lasciato dentro di noi».

 


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