Caritas Italiana: «Con l’Assegno di inclusione meno tutele per i poveri» Ieri la presentazione del Rapporto 2025 sulle politiche di contrasto alla povertà

La presentazione di ieri (foto Caritas Italiana)

In occasione della presentazione del Rapporto dedicato alle politiche di contrasto alla povertà, Caritas Italiana ha offerto un primo bilancio sull’impatto dell’Assegno di Inclusione (ADI), introdotto nel gennaio 2024 in sostituzione del Reddito di Cittadinanza.

La nuova misura, sottolinea Caritas, rappresenta un cambio di paradigma significativo: si è passati da un modello universalistico di sostegno economico – volto a intercettare tutte le forme di povertà – a un approccio categoriale, che limita l’accesso al beneficio solo a determinati nuclei familiari, escludendo fasce ampie di popolazione vulnerabile.

Secondo i dati raccolti dal sistema Caritas, la platea dei beneficiari si è ridotta del 40-47%, senza che questo abbia portato a un aumento dell’efficacia nel raggiungere i soggetti più fragili. Tra gli esclusi figurano in particolare le famiglie in età da lavoro senza figli, i lavoratori poveri, i nuclei stranieri e le famiglie residenti nelle regioni del Centro-Nord. Nonostante un lieve allentamento del requisito di residenza, la nuova scala di equivalenza ha penalizzato ulteriormente le famiglie straniere, già colpite da una maggiore precarietà.

Il Rapporto evidenzia anche un effetto collaterale preoccupante: Caritas è tornata a essere un punto di riferimento primario per la distribuzione di beni essenziali – come cibo, affitto e utenze – registrando un incremento significativo nelle richieste di aiuto. Un fenomeno che rischia di svuotare le possibilità di accompagnamento personalizzato, da sempre tratto distintivo dell’azione Caritas, e di ridurre l’efficacia degli interventi orientati all’autonomia.

Anche il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), misura complementare all’ADI, mostra criticità rilevanti: scarsa partecipazione, percorsi poco incisivi e limitate opportunità occupazionali stabili. Più che un trampolino verso l’inclusione, rischia di essere percepito come un provvedimento transitorio e inefficace.

Con forza, Caritas Italiana rilancia l’urgenza di adottare politiche pubbliche più inclusive e coordinate, capaci di intercettare i bisogni reali delle persone e garantire il diritto a una vita dignitosa a tutti, non solo ad alcune categorie.


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