
I tassi non calano e i prestiti continuano a contrarsi. Questo il quadro generale sottolineato dall’ultima rilevazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna su dati della Banca d’Italia. Una situazione che rende complessi i tentativi di far crescere le proprie piccole o medie imprese della Sardegna.
I dati
A giugno del 2025, i prestiti alle piccole e medie imprese isolane – fino a venti dipendenti – sono calati del 3,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre per il resto delle attività sono aumentati dell’1,6%. Una diversità di approccio che rende chiare le difficoltà affrontate dal comparto artigiano, che comunque vede anche delle luci soprattutto riguardanti i finanziamenti in crescita per le attività che lavorano nel campo dei servizi di innovazione, comunicazione e digitale (+25%). Una crescita che contrasta però con la diminuzione per settori artigiani come quello della moda e delle costruzioni (entrambi -6%). La ripresa del credito in Sardegna, come nel resto d’Italia, resta fragile e diseguale, con le micro e piccole imprese ancora penalizzate dal costo elevato dei finanziamenti e dall’assenza di un vero impulso espansivo – afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Sardegna – un’adeguata disponibilità di credito è essenziale per sostenere gli investimenti e favorire la ripresa produttiva, soprattutto per le aziende più piccole».
A questa situazione si aggiunge quella di tassi di interesse sui prestiti applicati alle realtà sarde. Il tasso annuo effettivo (TAE) medio applicato alle micro, piccole e medie imprese sarde, secondo gli studi di Confartigianato, è quello più alto in Italia e tocca la quota dell’11,37%. Quasi sei punti in più rispetto a quello applicato alle aziende di media e grandi dimesioni. Mentre sempre a giugno scorso, la totalità delle attività produttive sarde ha pagato i meda un tasso di interesse annuo effettivo del 6,80% contro la media nazionale del 5,22%. «È fondamentale restituire fiducia al mondo produttivo – aggiunge Meloni – poiché il costo del denaro continua a rappresentare un ostacolo alla ripresa economica. Occorre, quindi, garantire nuovo ossigeno e maggiori opportunità di finanziamento a tutte le realtà che desiderano investire». Anche perché il rischio è quello di non permettere investimenti per aumentare la produttività. «La marginalità è contratta all’osso – conclude il Presidente di Confartigianato Sardegna – quindi anche la volontà di mettere in atto quelle misure utili ad aumentare la propria competitività come le evoluzioni di processo, l’acquisto di nuovi macchinari, la rivoluzione degli spazi di lavoro tutto questo costa e le Pmi non possono permetterselo e quindi riducono drasticamente la loro capacità di stare sul mercato e di esprimere tutto il loro valore».
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