SALUTE MENTALE

Cagliari firma il protocollo per la salute mentale Comune e Asl 8 uniscono le forze per progetti integrati di cura e percorsi socio-lavorativi, con particolare attenzione al disagio minorile e al coinvolgimento delle famiglie

(foto Ufficio stampa Comune Cagliari)

È stato sottoscritto oggi un protocollo d’intesa tra il Comune di Cagliari e la Asl 8 per integrare attività e risorse, migliorando così i servizi dedicati alle persone con disturbi mentali, con un’attenzione particolare all’inclusione sociale e socio-lavorativa.

L’accordo prevede la creazione di una sinergia efficace tra i due enti, attraverso la definizione di percorsi e progetti condivisi, volti a garantire esperienze positive di presa in carico integrata e a promuovere l’autonomia degli utenti. Tra gli obiettivi principali, l’istituzione di un tavolo tecnico dedicato al disagio minorile, con un focus specifico sulla fascia adolescenziale.

Particolare rilievo viene dato agli interventi rivolti ai giovani tra i 13 e i 25 anni, categoria particolarmente esposta ai rischi legati all’uso eccessivo o patologico del gioco d’azzardo, delle tecnologie digitali e ad altri comportamenti a rischio, con un coinvolgimento diretto delle famiglie. Inoltre, è prevista l’attivazione di un ambulatorio socio-sanitario integrato di prossimità.

Alla firma del protocollo, avvenuta in Municipio, erano presenti il sindaco Massimo Zedda, l’assessora alla salute e benessere Anna Puddu, il commissario straordinario della Asl 8 Aldo Atzori e il direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze Alessandro Coni.

In estrema sintesi, come hanno sottolineato i firmatari, si tratta di “la cura anche fuori dai luoghi di cura”.  L’iniziativa si inserisce nell’ambito della Giornata mondiale della Salute mentale e si è svolta in collaborazione con il Lions Club Cagliari Castello. All’evento hanno partecipato diverse associazioni attive sul territorio, con collegamenti video da ottanta piazze italiane del Collegio nazionale dei dipartimenti di salute mentale.

«Firmiamo un protocollo che riguarda diverse azioni – ha spiegato il sindaco Massimo Zedda – per tutte le numerose sfumature dei disturbi mentali, la cui cura coinvolge soprattutto i familiari: preoccupano, a esempio, le situazioni adolescenziali, in particolare dopo il covid, per la difficoltà nell’intercettare patologie mentali spesso tenute nascoste, occorre dirlo, anche e ancora per la vergogna. In questo senso diventano fondamentali la prevenzione e la cura, e ringrazio la Asl e l’assessorato anche per le altre azioni che stiamo mettendo in campo, ma anche la vicinanza alle famiglie: fondamentale, quindi, tutta la sfera dei servizi sociali».

«Non una semplice celebrazione di questa giornata”, ha sottolineato l’assessora Anna Puddu, “ma un impegno per una città più accogliente. Abbiamo il Bastione illuminato di verde, ma l’obiettivo del documento è trasformare quella luce in azioni concrete ogni giorno. Il protocollo mette in evidenza la necessità di proseguire le attività di prevenzione e cura ma, se possibile ancora più importante, rafforzare i percorsi complessivi di rientro nella società».

«L’importanza di questo documento –  ha confermato Aldo Atzori, commissario straordinario della Asl 8,  – sta nel nostro ribadire l’impegno per le cure farmacologiche e riabilitative nonostante le difficoltà, ma soprattutto l’importanza del lavoro successivo: la presa in carico delle persone non solo per la patologia ma nell’insieme delle azioni per il ritorno alla vita, quindi il passaggio dai servizi sanitari a quelli sociali».

«Sono importantissimi i percorsi di cura al di fuori dei luoghi tradizionali di cura – ha sottolineato Alessandro Coni, direttore del Dipartimento salute mentale e dipendenze – Sono 50.000 le persone con disturbi mentali che fanno capo alla Asl di Cagliari, è il motivo per cui fare rete è fondamentale. L’appuntamento odierno, il collegamento con 80 piazze italiane con Cagliari tra le città ‘parlanti’, ricalca lo schema degli incontri che da un anno e mezzo svolgiamo qui: operatori, pazienti e familiari che insieme riflettono sui problemi legati alla salute mentale e cercano soluzioni. Cerchiamo di costruire una comunità democratica a cui tutti possano partecipare».

 


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