Politica

Regione, caso decadenza: la maggioranza esulta, il centrodestra attacca Reazioni opposte dei partiti politici in Consiglio regionale dopo le sentenze della Corte Costituzionale

La Conferenza dei Capigruppo in Consiglio regionale | Foto Regione Sardegna

Reazioni opposte, come c’era da aspettarsi. La diversità di vedute tra maggioranza e minoranza a seguito delle sentenze della Corte Costituzionale hanno contraddistinto le dichiarazioni arrivate dopo le pronunce rese pubbliche in mattinata dalla Consulta.

Pareri discordanti

Il primo a esprimersi era stato il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini. «Sollevati da un peso – aveva affermato Comandini – Una sentenza come quella della Corte Costituzionale stabilisce con modo chiaro e inequivocabile che il procedimento nei confronti della presidente Todde relativamente ai rendiconti elettorali non è un elemento di decadenza. Ora continueremo a lavorare con la stessa serenità e coscienza a posto così come abbiamo fatto dal momento in cui abbiamo vinto l’elezione regionale». Dichiarazioni a cui poi erano seguite quelle dei gruppi di maggioranza, ma anche dei leader nazionali come Giuseppe Conte, capo politico del Movimento 5 Stelle di cui Todde è espressione: «Cosa diranno adesso i garantisti “a senso unico” del centro-destra che scudano i loro ministri e sottosegretari – ha scritto sui social l’ex premier – e finanche i criminali libici per ogni possibile violazione del diritto interno e internazionale e poi invece tentano di ribaltare il voto espresso democraticamente dal popolo sardo, con cavilli giuridici e campagne denigratorie? Alessandra, continua a lavorare così, con passione e determinazione, che le donne e gli uomini di Sardegna sanno distinguere».

Di tutt’altro tenore le dichiarazione arrivate dal centrodestra in Consiglio regionale. A partire dallo sfidante alle ultime elezioni e ora capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Paolo Truzzu: «Con le sentenze è stato evidenziato come le regole, anche quelle elettorali, vadano sempre rispettate e che produrre una dichiarazione sulle spese sostenute in campagna elettorale ‘caratterizzata da diverse non conformità rispetto alle previsioni di legge’, come confermato anche in questa sentenza, non fosse in linea con la tanto decantata trasparenza, anzi sia stato un comportamento decisamente opaco – ha affermato il leader di Fratelli d’Italia – A prescindere dalla decadenza, questa legislatura non è mai iniziata e si sta trascinando lentamente, tanto che l’unica legge degna di nota approvata finora dal Consiglio regionale è quella sul comparto unico, comunque incompleta e a rischio impugnazione. Caduto l’alibi della decadenza, pensino a governare». Parole a cui si aggiungono quelle del capogruppo dei Riformatori Umberto Ticca: «Le gravi inadempienze restano, quindi il pasticcio politico rimane, l’imperizia rimane, tutto quello che abbiamo sempre detto resta».


Scopri di più da Kalaritana Media

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.