Medicina

Al Policlinico prima protesi d’anca «su misura» per paziente affetta da nanismo Intervento innovativo in Sardegna grazie a stampa 3D e protesi personalizzate

Il professor Antonio Capone con la paziente

Un intervento pionieristico al Policlinico Duilio Casula: i chirurghi dell’Ortopedia e Traumatologia, diretta dal professor Antonio Capone, hanno eseguito per la prima volta in Sardegna una protesi d’anca personalizzata su una paziente affetta da acondroplasia, la forma più comune di nanismo, e artrosi bilaterale dell’anca.

L’acondroplasia è una malattia genetica che altera lo sviluppo delle ossa lunghe, causando un’artrosi precoce dell’anca e rendendo difficile l’impianto di protesi standard.

Le protesi «su misura», realizzate con tecnologie avanzate di stampa 3D, permettono invece di adattare l’impianto all’anatomia e alla struttura ossea del paziente, migliorandone significativamente la qualità della vita.

Tecnologia e collaborazione per un intervento unico

Nel caso trattato, è stata utilizzata una protesi in lega di titanio, costruita sulla base di un modello tridimensionale ricavato dalla tomografia computerizzata della paziente. Il modello è stato realizzato dal laboratorio Unica3D LAB dell’Università di Cagliari, coordinato dal professor Giuseppe Marongiu.

Fondamentale la collaborazione tra gli ortopedici del Policlinico e l’azienda Adler Ortho di Milano, che ha fornito strumentario e impianto definitivo. Grazie a questa tecnologia e all’impegno di infermieri e fisioterapisti, la paziente ha potuto iniziare la deambulazione assistita già due giorni dopo l’intervento.

Prospettive future della chirurgia ortopedica

Secondo il professor Capone, le protesi personalizzate rappresentano un passo avanti nella chirurgia protesica dell’anca, ma devono essere riservate a casi complessi a causa dei costi elevati e dei tempi di produzione lunghi.

Il professor Marongiu sottolinea come l’uso futuro del robot chirurgico potrebbe ridurre i tempi di realizzazione, rendendo la tecnologia della stampa 3D più accessibile e applicabile a tutte le branche chirurgiche.

Un intervento che apre quindi nuove prospettive per la chirurgia ortopedica, combinando innovazione tecnologica e attenzione alla personalizzazione delle cure.


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