Sanità

In Ogliastra cittadini e associazioni chiedono il ritorno del punto nascita Distanza dai grandi ospedali e difficoltà viarie rendono urgente un presidio attivo 24 ore su 24

La chiusura del punto nascita di Lanusei continua a sollevare proteste e richieste di chiarimenti da parte delle famiglie e delle associazioni dell’Ogliastra, che denunciano la mancanza di risposte concrete dalle istituzioni.

Secondo i cittadini, la situazione è inaccettabile: «Nessuno ci risponde – ha detto Adriano Micheli, ai microfoni di Radio Kalaritana –  come se l’Ogliastra non contasse nulla».

La distanza dai grandi ospedali rende la questione ancora più critica: Lanusei dista mezzora di auto da Nuoro e 120 chilometri da Cagliari, con strade tortuose e gallerie spesso chiuse, che in inverno rendono i collegamenti difficili e rischiosi.

La mobilitazione locale si accompagna a quella per la difesa dei presidi ospedalieri di altre zone interne come San Camillo di Sorgono e San Giuseppe a Isili.

Gli attivisti chiedono che la neonata Provincia dell’Ogliastra diventi uno strumento efficace per portare la voce del territorio nei «palazzi che contano», ma lamentano che i tempi di attuazione della provincia rischiano di essere troppo lunghi per risolvere emergenze sanitarie immediate. «Non possiamo aspettare – ha evidenziato Micheli – che una mamma muoia per strada. Sono passati quattro anni dalla chiusura e nessuno ci risponde. Abbiamo anche proposto un riavvio graduale, ma nessuno ci ascolta».

Le richieste principali riguardano il ripristino graduale del servizio di parto, fino a garantire la copertura 24 ore su 24, e la sicurezza nei collegamenti viari con gli ospedali più vicini.

La protesta continua, con l’obiettivo di ottenere risposte rapide e concrete dalle istituzioni sanitarie e politiche.


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