“Comunicare nella Chiesa del nostro tempo”. A Oristano il direttore dell’Ufficio Cei Vincenzo Corrado A Oristano questa mattina si è svolto l’incontro tra i direttori degli uffici diocesani della Sardegna

Il direttore delle Comunicazioni sociali della Cei Vincenzo Corrado (foto Stefania Pusceddu)

Si è svolto questa mattina a Oristano l’incontro regionale dei direttori degli uffici per le comunicazioni sociali delle diocesi sarde. All’appuntamento, promosso dalla Conferenza Episcopale Sarda, ha partecipato anche l’arcivescovo di Cagliari e vescovo delegato per la CES, monsignor Giuseppe Baturi. Ospite e relatore principale dell’incontro è stato Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI, che ha offerto una riflessione intensa sul ruolo e sulle sfide della comunicazione ecclesiale oggi.

Nel suo intervento Corrado ha sottolineato come «la figura del direttore dell’Ufficio diocesano non possa più limitarsi a quella di chi semplicemente diffonde notizie», ma debba assumere una funzione di coordinamento, dialogo e sintesi all’interno della comunità ecclesiale. «Un ruolo che richiede – ha ricordato – di confrontarsi con l’invasività del digitale, con la crisi di fiducia nelle istituzioni e con un contesto culturale in rapido mutamento».

Al centro del suo messaggio tre parole chiave: progettualità, creatività e cura. La progettualità, ha spiegato, è «la capacità di immaginare la comunicazione come un grande cantiere», in cui ciascuno contribuisce alla costruzione comune, superando la logica del “si è sempre fatto così”. La creatività è invece la forza che «permette di integrare testa, cuore e mani», rendendo ogni gesto comunicativo frutto di pensiero e di passione. La cura, infine, è la dimensione che restituisce umanità e profondità al comunicare, perché «non servono tantissime parole, ma le giuste parole, quelle che nascono da un vissuto concreto».

Corrado ha poi richiamato tre termini che sintetizzano il vocabolario essenziale del comunicatore cristiano: amore, condivisione e Chiesa.
L’amore, inteso come atto di dono e di ascolto; la condivisione, che «richiede di rinunciare a un pezzetto di sé» per costruire insieme; e la Chiesa, realtà viva e concreta che «ci accompagna anche nelle situazioni di crisi» e che rimane la comunità di riferimento di ogni comunicatore.

«La comunicazione – ha concluso Corrado – è sempre un atto di amore e di comunione. Se sapremo esercitare progettualità, creatività e cura, e riscoprire l’amore, la condivisione e la dimensione ecclesiale, potremo affrontare con fiducia anche le nuove sfide del nostro tempo».


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