
L’Argentiera, nel cuore della Nurra, ha ospitato una giornata dedicata all’educazione ambientale, con un ricco programma di attività rivolto a due gruppi di giovani partecipanti.
L’iniziativa è stata promossa dal Consorzio Viagest Scarl, in collaborazione con ASPAL, l’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro, nell’ambito dei servizi per la conservazione, valorizzazione e gestione del Parco Geominerario storico e ambientale della Sardegna.
La giornata è stata articolata in due momenti distinti.
In mattinata, gli studenti dell’Istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente «Pellegrini» di Perfugas hanno partecipato a un laboratorio dedicato al recupero e alla valorizzazione delle aree minerarie dismesse.
I ragazzi hanno approfondito il valore del Parco Geominerario e le opportunità di sviluppo sostenibile che nascono dalla tutela dell’ambiente.
Nel pomeriggio, protagonisti sono stati i giovani del gruppo scout AGESCI «Sassari 4», guidati da Matteo Garau in una visita al villaggio minerario accanto a Cala dell’Argentiera, riconoscibile per l’antico pontile dove un tempo venivano imbarcati i minerali.
Durante l’escursione, i partecipanti hanno svolto test e osservazioni sul campo per valutare lo stato ambientale del sito, recentemente interessato da interventi di recupero.
A conclusione dell’esperienza, è stato chiesto loro di raccontare in un elaborato personale le impressioni e le riflessioni maturate.
A coordinare le attività il geologo Gianfranco Marras, responsabile del gruppo di educazione ambientale, affiancato da altri collaboratori e dal ricercatore Matteo Garau del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, partner dell’iniziativa attraverso i progetti Agritech e Sharper – Notte Europea dei Ricercatori.
Alla giornata hanno partecipato anche rappresentanti di ASPAL, che gestisce gli interventi nelle varie aree del Parco Geominerario, con l’obiettivo di coniugare tutela del territorio e politiche di formazione e reinserimento lavorativo per i lavoratori coinvolti.
«L’intento – hanno spiegato gli organizzatori – è quello di promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio architettonico, storico e ambientale della Sardegna, favorendo allo stesso tempo la crescita professionale e occupazionale di chi vi opera».
La scelta dell’Argentiera non è casuale: il sito rappresenta uno dei luoghi più emblematici del patrimonio minerario isolano. Attivo fin dall’epoca romana per l’estrazione di piombo e argento, il borgo raggiunse il suo apice tra Ottocento e Novecento, quando l’attività mineraria costituiva il fulcro economico della zona.
Con la chiusura delle miniere negli anni Sessanta, il villaggio fu progressivamente abbandonato, trasformandosi in un suggestivo «paese fantasma», oggi simbolo di memoria e rinascita ambientale.
La giornata all’Argentiera ha offerto ai giovani visitatori un’occasione di incontro tra storia, scienza e cittadinanza attiva, suscitando curiosità e interesse verso i temi della sostenibilità, della valorizzazione del territorio e del lavoro come strumento di tutela ambientale.
M.E. S.C.
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