
La sede del Ministero Ambiente a Roma (foto https://www.ilgiornale.it/)
L’Europa resta leader globale nella lotta al cambiamento climatico: riduce emissioni e uso di combustibili fossili, raddoppia la quota di energie rinnovabili dal 2005 e registra progressi su qualità dell’aria, economia circolare ed efficienza delle risorse. “Ulteriori progressi raggiunti su una serie di fattori che consentono la transizione verso la sostenibilità – quali l’innovazione, il lavoro verde e la finanza sostenibile – sono motivo di ottimismo”.
La biodiversità europea è invece in crisi: ecosistemi terrestri, di acqua dolce e marini soffrono per modelli di produzione e consumo insostenibili. Il continente è anche quello che si riscalda più rapidamente al mondo.
L’Italia nel contesto europeo
L’Italia eccelle nell’economia circolare, con un tasso di utilizzo dei materiali del 20,8% nel 2023, quasi il doppio della media UE (11,8%). Le emissioni di gas serra calano del 26,4% dal 1990 e cresce l’agricoltura biologica. L’energia rinnovabile supera il traguardo 2020 e punta al 38,7% entro il 2030.
Biodiversità, consumo del suolo e clima restano sfide aperte. Solo l’8% degli habitat naturali italiani è in stato favorevole; il 28% dei vertebrati e il 24% delle piante vascolari sono a rischio estinzione. Il consumo di suolo nel 2024 ha interessato 7.850 ettari (21,5 al giorno). Il 2024 è stato l’anno più caldo dal 1961, i ghiacciai alpini perdono massa e il livello del mare continua a salire. Le perdite economiche pro capite dovute a eventi estremi sono quintuplicate in sette anni, con valori superiori alla media europea.
Sul fronte ambientale, migliorano i corpi idrici superficiali in stato chimico buono (78% dei fiumi), ma l’inquinamento atmosferico, sebbene in calo, richiede ulteriori interventi per raggiungere i limiti OMS.
Rapporti e strumenti di monitoraggio
Ispra presenta oggi a Roma presso la Camera dei Deputati tre strumenti fondamentali per comprendere lo stato dell’ambiente: il Rapporto europeo ‘Europe’s Environment 2025’, il Rapporto ISPRA ‘Stato dell’Ambiente in Italia 2025: Indicatori e Analisi’ e il Rapporto Ambiente SNPA”. L’iniziativa offre una visione multilivello e sottolinea l’importanza di una rete istituzionale basata su conoscenza condivisa. I tre rapporti si inseriscono in un’unica cornice conoscitiva fondata su indicatori ambientali ufficiali, costantemente aggiornati, che garantiscono coerenza, comparabilità e trasparenza, monitorando progressi e politiche pubbliche.
Il quadro regionale e il ruolo della Sardegna
Le politiche ambientali producono effetti, ma persistono disuguaglianze territoriali. Per l’economia circolare, Veneto (77,7%), Emilia-Romagna (77,2%) e Sardegna (76,3%) registrano performance di raccolta differenziata tra le più elevate del Paese. Valle d’Aosta, Trentino e Basilicata spiccano per energia da fonti rinnovabili. Centro e Mezzogiorno sono vicini al target UE per l’agricoltura biologica, mentre il Nord è ancora distante. Solo sette regioni hanno approvato formalmente una Strategia regionale di adattamento climatico, ma tutte hanno inserito il tema tra le priorità della programmazione ambientale.
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