CONFARTIGIANATO

Marmo e lapideo: export in crisi ma le imprese sarde resistono Nonostante la contrazione del 39% delle esportazioni dirette nel 2024, le 416 aziende locali reggono puntando su trasformazione e valorizzazione della materia prima

(foto https://sardegnaimpresa.it/marmo-2025/)

Nonostante la crisi dell’export, il settore del marmo e dei lapidei in Sardegna continua a reggere. Secondo i dati di Confartigianato Imprese Sardegna, le 416 imprese locali, di cui 182 artigiane, danno lavoro a 1.522 addetti, rappresentando un pilastro dell’economia regionale.

Il nodo principale resta però l’esportazione. Gran parte delle pietre viene venduta come materia prima ad aziende della Penisola, dove viene trasformata. Nel 2024, il valore delle esportazioni dirette di prodotti finiti “made in Sardegna” è calato del 39% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 23,3 milioni di euro.

«Solo una piccola parte del fatturato, che interessa soprattutto le micro imprese, arriva dal mercato interno – spiega Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – la maggior parte del lavoro dipende dall’estero, e ci sono segnali di incertezza e flessione in alcune realtà importanti».

A pesare sono, tra l’altro, le difficoltà con la Russia e i dazi americani, solo in parte compensati dai nuovi mercati del Golfo. «Dopo la difficile ripartenza post-2009 – aggiunge Meloni – ci ritroviamo nel mezzo di una nuova bufera che coinvolge Europa, America e Medio Oriente. Speravamo in una ripresa, ma evidentemente dobbiamo ancora attendere».

Sul territorio, Sassari guida la classifica delle province con più imprese artigiane, seguita da Nuoro, Cagliari e Oristano. Le micro e piccole imprese costituiscono la maggioranza e rimangono cruciali per la tenuta economica dell’Isola.

La tendenza del settore è chiara: crescere e specializzarsi non solo nell’estrazione, ma anche nella trasformazione della materia prima per aumentarne il valore aggiunto. «Ottimi esempi arrivano dalla Toscana – conclude Meloni – dove le imprese si sono consorziate, investendo nella produzione di lastre e semilavorati e trattenendo così maggiore ricchezza sul territorio. Anche in Sardegna dovremmo seguire questa strada».


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