
Una diga nel territorio
Si aggrava la crisi idrica in Sardegna. Secondo l’ultimo bollettino dell’Autorità di bacino, aggiornato al 31 ottobre, negli invasi dell’isola sono presenti appena 671 milioni di metri cubi d’acqua, pari al 36,8% del volume utile di regolazione autorizzato. In un solo mese si è registrata una riduzione di 45 milioni di metri cubi rispetto a settembre, un dato che conferma l’allarme siccità e la scarsità di precipitazioni autunnali.
L’indicatore di stato per il monitoraggio e il preallarme della siccità segnala per l’intera regione una condizione di “pericolo” o “allerta”, con un valore pari a 0,21, ben al di sotto della soglia di sicurezza. Le aree più colpite restano quelle del nord e del centro dell’isola, dove la mancanza di piogge sta compromettendo anche le riserve destinate all’agricoltura e all’uso civile.
La situazione più critica riguarda la Nurra, dove diversi Comuni hanno già adottato piani di razionamento notturno dell’acqua: gli invasi di Bidighinzu, Cuga e Temo contengono appena il 5,88% delle risorse disponibili. Bollino rosso anche nel bacino di Posada, con la diga di Maccheronis al 7,5%, e nell’Alto Cixerri, dove l’acqua presente è solo il 7,2%.
I tecnici dell’Autorità di bacino monitorano costantemente l’evoluzione della situazione, ma senza piogge significative nelle prossime settimane il rischio di nuove restrizioni idriche in molte zone dell’isola è sempre più concreto.
Scopri di più da Kalaritana Media
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
