
La protesta degli operai (foto Ansa)
Nuovo stop per l’Eurallumina, l’industria del Sulcis Iglesiente di proprietà della russa Rusal, colpita dalle sanzioni internazionali per il conflitto in Ucraina. Da settembre l’azienda ha annunciato la sospensione degli investimenti in Sardegna, in attesa dello sblocco dei propri asset economici, tuttora congelati.
Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil, insieme all’Rsa della fabbrica, chiedono ora un intervento urgente del governo per evitare il completo fermo produttivo. «La norma – spiega Pierluigi Loi della Uiltec – prevede che quando vengono bloccati gli asset, lo Stato possa intervenire con prestiti ponte per mantenere in efficienza gli impianti. Qui ci sono problemi ambientali e serve tenere l’impianto in esercizio».
Attualmente, nello stabilimento lavorano soltanto 38 operai, mentre gli altri dipendenti sono in cassa integrazione a rotazione. «Abbiamo inoltrato una richiesta di incontro al Mimit – aggiunge Loi – e speriamo che in questi giorni ci venga concessa udienza».
Il sindacato denuncia una situazione ormai insostenibile, con un sito produttivo di fatto vuoto e il rischio di un nuovo colpo al già fragile tessuto industriale del Sulcis. Ora la palla passa al Ministero, chiamato a valutare misure straordinarie per salvaguardare l’impianto e i posti di lavoro.
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