Il report

Siccità e sprechi idrici complicano il presente delle PMI sarde Un nuovo report di Confartigianato mostra le criticità di una situazione che impatta su oltre 20mila addetti ai lavori

Un problema anche per le imprese artigiane. Continua a preoccupare la siccità in Sardegna. Le conseguenze di un clima che cambia e di un numero di piogge ormai in costante diminuzione complicano anche lavori e investimenti delle piccole e medie imprese isolane.

Il quadro

A denunciarlo è Confartigianato Sardegna. Secondo un report realizzato dall’Ufficio Studi dell’associazione, in Sardegna sono state rilevate 2.137 aziende, di cui 1.493 artigiane, che fanno un utilizzo intensivo d’acqua e che consumano per questo il 36,3% delle risorse isolane a disposizione. Il settore a più elevata intensità è quello estrattivo, seguito dal tessile e dal petrolchimico. Dal computo totale non vanno lasciati fuori i servizi alla persona, dalle lavanderie ai parrucchieri che per uso imprenditoriale consumano molto più che una famiglia. Il tutto, per questo, coinvolge oltre 6.000 attività e 20.000 dipendenti. La grande sete delle aziende si scontra con la situazione ambientale, ma anche con la realtà degli sprechi: la Sardegna è quarta in Italia per risorse idriche perse, con una percentuale pro capite del 52,8%.

Le dichiarazioni

«Il forte impato del climate change già da parecchi anni sta creando seri problemi a tutto il nostro terrtorio e alle imprese, e sempre più ne potrà crearne in futuro se non continuiamo la ciclopica opera di ammodernamento delle infrastrutture idriche, che dovrà andare di par passo sia con la corretta gestione dell’acqua da parte di tutti, sia con la tutela dell’ambiente. È uno sforzo che dobbiamo compiere insieme: Istituzioni, aziende e cittadini», ha affermato Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Sardegna. «Noi piccoli imprenditori siamo fortemente interessati al tema della corretta gestione idrica – ha continuato Meloni – dato che, per quanto riguarda l’approvvigionamento dell’acqua utilizzata nei processi produttivi, le imprese con meno di cinque addetti utilizzano nella maggior parte dei casi acqua della rete pubblica per uso civile mentre le imprese medie e grandi si servono di specifici sistemi di auto approvvigionamento o utilizzano acqua che proviene da infrastrutture a servizio di nuclei e aree industriali. Per questo insistiamo – conclude il presidente di Confartigianato Sardegna – sulla necessità di investimenti per ridurre la dispersione della risorsa idrica a causa delle cattive condizioni delle infrastrutture. In Sardegna, come è noto, quasi il 50% dell’acqua immessa nella rete (dato Istat 2020) pari a oltre 25 milioni di metri cubi, non arriva nei rubinetti dei sardi».

 


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