Industria

Bekaert, il 17 novembre incontro al Mimit per discutere il futuro dello stabilimento L'annuncio in un incontro a Uta da parte dell'assessore regionale all'Industria Emanuele Cani

Un momento dell’incontro | Foto Ufficio Stampa Comune di Uta

Preoccupa lavoratori e politica la situazione della Bekaert, multinazionale belga che lo scorso settembre ha annunciato di voler lasciare la Sardegna e vendere lo stabilimento nella zona industriale di Macchiareddu. Un colpo inatteso per i lavoratori – circa 300 tra diretti e indotto – dell’azienda, produttrice di cordicelle per gli pneumatici.

Considerato uno dei pochi presidi di una zona industriale indebolita da diverse crisi, il futuro della Bekaert verrà portato il prossimo 17 novembre all’attenzione del Mimit. Nel frattempo, ieri, lunedì 10 novembre, sindacati, lavoratori e mondo della politica si sono incontrati a Uta per discutere della situazione. «La decisione della Bekaert di dismettere lo stabilimento di Macchiareddu è una questione che non riguarda solo la Sardegna ma tutto il Paese, perché con questa scelta la multinazionale belga non sta lasciando solo la nostra Isola ma l’Italia, a vantaggio di altri stabilimenti europei, ed è questo il punto cruciale che porteremo all’attenzione del Governo», ha affermato l’assessore regionale all’Industria Emanuele Cani.

«La produzione di corde di metallo per pneumatici di Macchiareddu è unica in Italia – ha continuato Cani – pertanto dobbiamo uscire da una logica meramente territoriale e portare la questione su un altro livello, per provare a costruire soluzioni che rendano il sito appetibile e competitivo, smussando gli aspetti che probabilmente hanno indotto questa società a lasciare il nostro Paese, come i costi legati all’energia e ai trasporti. Dobbiamo lavorare affinché il Governo nazionale sia all’altezza di gestire una battaglia europea su questi aspetti, e come Regione Sardegna dobbiamo valutare anche la possibilità di trovare meccanismi di sostegno a favore delle imprese che hanno sede nel nostro territorio per livellare il gap che le rende poco competitive. L’azienda – ha continuato l’assessore – si è data una finestra di 12 mesi per valutare l’entità della problematica e noi non dobbiamo perderne neanche uno, per fare in modo che questa realtà industriale radicata nell’area da oltre 50 anni possa avere una continuità e per tutelare il futuro dei quasi 300 lavoratori che gravitano intorno a essa».

Sulla situazione della Bekaert gravano i problemi strutturali lamentati da diverse realtà industriali nell’isola. Ma anche aspetti più generali, come una concorrenza sempre più elevata da Oriente e soprattutto la crisi generale dell’automotive. L’incontro tenuto al Comune di Uta è stato però utile per dare ulteriore appoggio agli operai. «Quello posto oggi è un ulteriore tassello che dimostra quanto tutta la Sardegna sia unita nel sostenere questa battaglia e quanto le istituzioni siano al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici – ha affermato il sindaco di Uta, Giacomo Porcu – Se la politica non si interessa dei lavoratori non può chiamarsi tale».


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