CARITAS SARDEGNA

Povertà e fragilità mentale: la fotografia della Caritas regionale I rapporti annuali raccontano anche le risposte delle varie diocesi. Callia: «Il riconoscimento del ruolo della Chiesa attraverso la Caritas ci responsabilizza a garantire un servizio sempre più efficace»

(foto Caritas Sardegna)

Ieri, in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri, la Caritas Regionale ha presentato i suoi due rapporti annuali: il ventesimo Fragili Equilibri, sul tema della povertà ed esclusione sociale, e il nono rapporto complementare, che offrono uno sguardo approfondito sulle povertà in Sardegna e sulle azioni concrete della Caritas.

«Questi rapporti non sono solo strumenti di analisi – spiega Callia responsabile del Servizio Studi e Ricerche della Caritas Regionale, intervenuto ai microfoni di Radio Kalaritana – ma raccontano anche le tante risposte quotidiane che la Caritas offre in tutte le diocesi della Sardegna, tra ascolto, accoglienza e interventi concreti».

Secondo i dati ISTAT, la povertà in Sardegna si “cristallizza”: non diminuisce e rimane difficile da superare. La povertà relativa, a differenza di altre regioni, continua a crescere leggermente, riflettendo le difficoltà delle famiglie nell’affrontare le esigenze quotidiane, soprattutto in un contesto di inflazione persistente.

La Caritas interviene attraverso centri di ascolto, veri e propri punti di osservazione del disagio sociale, e offre supporto materiale, orientamento, consulenza e collaborazione con il terzo settore e le istituzioni. «Il riconoscimento da parte dei rappresentanti istituzionali del ruolo della Chiesa attraverso la Caritas ci responsabilizza a garantire un servizio sempre più efficace» sottolinea Callia.

Il tema centrale di quest’anno è stato la salute mentale, un ambito strettamente collegato alla condizione di povertà. La letteratura scientifica mostra come la povertà economica e le fragilità mentali si influenzino reciprocamente: chi è povero può sviluppare problemi di salute mentale più facilmente, e chi soffre di fragilità mentale incontra maggiori difficoltà economiche.

Le storie raccolte dalla Caritas mostrano che chi vive questa doppia vulnerabilità è doppiamente stigmatizzato: escluso economicamente e socialmente, e spesso impossibilitato ad accedere alle cure e ai servizi sanitari necessari.

«Chi soffre di fragilità mentale e vive in povertà incontra ostacoli concreti nell’accesso alle risposte relative ai bisogni primari e alle terapie – spiega Callia- . È un problema che richiede attenzione, non solo da parte della Chiesa e delle associazioni, ma anche da parte delle istituzioni pubbliche, affinché le persone più fragili possano ricevere il sostegno necessario».

I rapporti della Caritas, oltre a fotografare la situazione, propongono azioni concrete e diventano strumenti di advocacy: indicano percorsi per migliorare le politiche sociali e trasformare i dati in interventi reali a favore delle persone più vulnerabili. «Il nostro obiettivo – conclude Callia – è tradurre l’analisi in cambiamento positivo, con umiltà ma anche in virtù dell’esperienza maturata sul territorio».

 


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